Ieri, domenica 1 marzo 2015, è andata in onda una nuova puntata di Presadiretta, il programma di inchiesta condotto da Riccardo Icona su Rai 3. Ecco cosa è successo in studio: il tema della puntata è l’austerità e nella copertina vengono mostrate le immagini del comizio di chiusura di Tsipras, che aveva promesso una nuova politica economica per la Grecia, la fine dell’umiliazione per il popolo greco e dell’austerità. La vittoria di Tsipras è stata vista dai suoi sostenitori come una vittoria simbolica per l’intero continente (salutata persino da caroselli per la strada) e come una bocciatura per i sostenitori dell’austerità come Samaras e Papandreu, puniti duramente dall’elettorato greco. A poco più di un mese dall’insediamento il nuovo ministro dell’economia ha firmato un accordo per la richiesta di un nuovo prestito, da restituire in quattro mesi: che fine hanno fatto le promesse elettorali? Si tratta di una resa? Il simbolo dell’austerità è la regola del 3%, che non consente agli stati membri dell’Unione di superare tale valore nel rapporto tra deficit pubblico e Pil. Chi ha ideato tale regola? Il limite è stato introdotto nel 1992 e sottoscritto dai paesi firmatari del trattato di Maastricht e ha proporlo fu il ministro dell’economia francese Trichet, che ne aveva constatato l’efficacia in Francia. Il dato, in realtà, non è stato creato da economisti ma da un funzionario del ministero dell’economia francese che nel 1981 lo ha elaborato in una sola ora, dopo un’analisi sommaria dei dati macroeconomici francesi. Come è possibile che un limite creato in maniera così frettolosa possa influire in un modo così forte sulla vita di milioni di persone? In Italia il Parlamento ha approvato nel 2012 l’inserimento del vincolo del pareggio di bilancio in Costituzione (articolo 81), con velocità estrema, gli stessi parlamentari che ora chiedono maggiore flessibilità nella spesa pubblica e attaccano la politica economica decisa dall’Unione Europea. Nel 2012 Mario Monti firmò il cosiddetto fiscal compact, un accordo che prevede ogni anno tagli al deficit pubblico per ottenere la riduzione del debito pubblico al di sotto del 60% entro 20 anni (attualmente tale valore, per l’Italia, è pari al 133%). Attualmente nessuno vuole prendersi la responsabilità di quanto avvenuto, evitando di assumersi responsabilità davanti all’elettorato, e tutti incolpano Silvio Berlusconi di aver preso accordi con gli altri leader europei nel 2011 e lo stesso ex leader è diventato il paladino della lotta contro l’austerità. Ce la farà il nostro paese ad uscire dalla crisi? A partire dal 2007 l’Italia ha perso più di 10 punti di PIL, 1 milione di posti di lavoro e la produzione industriale è calata del 25%. La popolazione al sud sta diminuendo a causa dell’emigrazione e del numero di morti superiori ai nuovi nati: è possibile che l’Italia ritorni a crescere con il taglio agli investimenti pubblici in atto? Lisa Iotti ha realizzato un reportage a Berlino per verificare la situazione del mercato del lavoro in Germania, paese portato ad esempio per i dati particolarmente positivi, e ha scoperto alcuni particolari poco noti nel nostro paese, che lanciano un’ombra sul modello tedesco. Con la riforma del lavoro del 2010 l’assegno di disoccupazione per chi perde il posto di lavoro è decisamente diminuito ed è entrato in vigore il cosiddetto piano Hartz IV, che a detta di molti intervistati è una sorta di moderna schiavitù, in cui gli interessati, pur di non perdere i sussidi, sono costretti ad accettare qualsiasi tipo di lavoro, spesso sottopagati, ed essere sempre a disposizione dei centri per l’impiego, che in questo modo limitano anche gli spostamenti delle persone coinvolte. Nel centro di Berlino è stato creato un cimitero simbolico a cielo aperto, con il nome di tutte le persone che hanno perso la vita, in maniera indiretta, a causa della riforma del lavoro, come ad esempio gente che si è suicidata o è morta di freddo a causa della povertà.
La Germania è davvero il paese ricco, solido e in espansione descritto dai media? Il governo ha ridotto gli investimenti pubblici, per rientrare nei limiti di bilancio, e attualmente la spesa per cittadino è inferiore rispetto alla media europea; metà dei comuni tedeschi si trova in una situazione di difficoltà finanziaria e le spese di istruzione pro-capite sono inferiori a quelle dell’Italia. La giornalista si è recata anche a Castelcovati, in provincia di Brescia, il paese con il tasso di disoccupazione più alto in Italia, che prima della crisi era uno dei comuni più ricchi e produttivi dell’intera penisola. La giornalista ha concluso il reportage in Grecia, paese in cui è in corso una vera e propria crisi umanitaria, dove il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 25%, quattro milioni di abitanti sono a rischio povertà, il 18% della popolazione ha seri problemi di alimentazione e la mortalità infantile è aumentata del 43% negli ultimi anni, con la ricomparsa di malattie come la tubercolosi. Riccardo Iacona ha intervistato il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, che ha espresso la sua preoccupazione per la situazione della disoccupazione in Europa, che sta alimentando i movimenti anti-europeisti. Secondo Padoan l’Europa dovrebbe farsi carico della sofferenza delle persone ed è in corso un deficit di fiducia tra Stati, che sta creando un circolo vizioso da cui non sarà semplice uscire. Sulla situazione greca, Padoan ha sottolineato che l’Unione Europea ha aperto un credito nei confronti di Tsipras, che dovrà utilizzare al meglio la fiducia concessagli. Vengono trasmesse le immagini delle violenze avvenute in Grecia tre giorni fa, in seguito ad una manifestazione contro Tsipras, accusato di non aver mantenuto le promesse elettorali e di aver firmato un nuovo memorandum con la Commissione Europea: la tenuta del governo Tsipras non appare scontata e alle sue spalle si muovono partiti di estrema destra come Alba Dorata.
Replica Presadiretta, puntata 1 marzo 2015: come vederla in video streaming – E’ possibile vedere – o rivedere – la puntata di “Presadiretta” dal titolo “E l’Italia?” trasmessa ieri, domenica 1 marzo 2015, grazie al servizio di video streaming proposto da Rai.tv: clicca qui.