Sta per andare in onda su Canale 5 ‘Nassirya – per non dimenticare’, un film storico-drammatico italiano. L’idea di realizzare questo film è sorta dalla necessità comune sul territorio italiano di ricostruire una delle pagine più dolorose degli ultimi anni: l’attentato che alcuni carabinieri italiani impegnati a Nassiriya hanno subito per mano dei terroristi locali. La vicenda ha scosso gli animi di tutto il Paese e realizzare un film di cronaca sull’accaduto ha permesso di ricostruire l’accaduto e di consegnare al futuro un gruppo di eroi della storia moderna. L’obiettivo è riscontrabile già dal titolo: la necessità di non dimenticare.
Oggi, sabato 19 settembre 2015, Canale 5 trasmette alle 16.15 Nassiriya – Per non dimenticare, un film per a TV italiano del 2006. Raccoglie al suo interno diversi generi, quali l’ambientazione storica, di guerra e d’azione, mescolati ad aspetti drammatici e biografici. Fra gli attori ricordiamo Raul Bova, Claudia Pandolfi, Mohamed Zouaoui e Fathy El Gharbawy. Il film è andato in onda per la prima volta su Canale 5 nel 2007.
La pellicola apre la scena mostrandoci i protagonisti della storia: un gruppo di carabinieri italiani inviati in Iraq nell’ambito della missione di pace denominata “Antica Babilonia”. Fra questi si definiscono immediatamente le varie personalità. Spicca nel gruppo il leader, il maresciallo Stefano Carboni, un uomo che ha maturato una lunga carriera ricca di esperienze e missioni all’estero. Sulle sue spalle grava, però un’ombra oscura che non gli dà mai pace: la morte di suo figlio. Nella squadra di Carboni troviamo, poi, altri 4 carabinieri il cui obiettivo è quello di addestrare la polizia locale e di presidiare le imminenti elezioni democratiche. La missione, però, si mostra immediatamente più complicata del previsto. Giunti sul luogo di destinazione, la caserma Maestrale, i carabinieri del MSU (Multinational Specialized Unit) si scontrano inevitabilmente con uno scenario di guerra e di povertà inimmaginabile. Qui il Maresciallo Carboni e i suoi uomini incontrano la dottoressa Simona Berti, la quale manifesta la mancanza di medicinali e strumentazioni utili al suo lavoro: la vita dei cittadini di Nassiriya dipende da lei, ma i mezzi a sua disposizione non sono sufficienti.
Nella cittadina, inoltre, i carabinieri riscontrano la totale assenza dei servizi minimi di base. Persino l’acqua, prezioso bene di prima necessità, non è disponibile, se non dietro un cospicuo pagamento non sempre sostenibile. Dopo aver distribuito viveri e beni di prima necessità, il personale del MSU decide di voler ridare dignità a cittadini martoriati da guerra e povertà. Per fare questo decidono di installare un depuratore nella cittadina di Nassiriya, ma soprattutto di impegnarsi affinché le prossime elezioni siano realmente democratiche e permettano la scelta di candidati responsabili e puliti.
Il giorno delle elezioni, però, i terroristi locali non tardano a farsi sentire, intimidendo il candidato sindaco con della benzina davanti alla porta di casa. L’intervento dei carabinieri, giunti sul luogo per accompagnare il candidato in piazza per le elezioni, è provvidenziale e riesce a metterlo in salvo. L’uomo, uscito indenne dal tentativo di attentato, è più determinato di prima e decide di continuare sulla sua strada. Giunti nella piazza delle elezioni i carabinieri notano immediatamente qualcosa di strano: c’è poca gente che si guarda intorno con aria circospetta. In pochi secondi gli uomini di Carboni vengono accerchiati da alcuni terroristi, ma decidono di non attaccare per primi, restando fedeli ai loro obiettivi di pace.
Quasi immediatamente arrivano rinforzi italiani ed il maresciallo Carboni approfitta della superiorità numerica per parlare alla piazza di dignità e democrazia. La missione di Carboni e dei suoi uomini è quasi giunta al termine, ma l’uomo sa che la loro base è presa di mira dai terroristi e la sera prima della partenza, decide di parlarne con i suoi compagni. Il giorno della partenza, quando i militari vorrebbero festeggiare e salutare la popolazione del posto ed i tanti collaboratori incontrati, l’ombra del terrorismo si ripresenta più forte di prima. Questa volta, però, è l’intera caserma Maestrale ad essere attaccata e per il maresciallo Carboni ed i suoi uomini, già pronti a ritornare alle loro case, non c’è più niente da fare.