Il ballerino Michele Lanzeroti sta intraprendendo un cammino molto profondo e difficile nell’Accademia di Amici 2016, in cui non sta solamente rafforzando e perfezionando la sua tecnica, o specializzando l’approccio in altri stili: grazie alla maestra Veronica Peparini, che gli sta molto accanto, sta compiendo un lavoro introspettivo per tirare fuori il meglio di sè. Già nei mesi scorsi, attraverso esercizi corali di corsa e liberazione, tutti i ballerini erano riusciti a sciogliersi da delle briglie comportamentali precostituite, arrivando a sfogarsi e commuoversi tutti insieme, un momento molto toccante che rese i danzatori più vicini e più consapevoli: ora la Peparini, grazie ad un lavoro individuale, sta cercando di arrivare dritto nel cuore dei suoi ragazzi, parlando con loro e toccando le corde giuste di ognuno, grazie a brani mirati e coreografie apposite montate sulle loro storie e vicende personali, oltre che sulle loro attitudini. Michele racconta alla Peparini il suo rapporto difficile con la figura paterna, un padre che non è presente e che non lo supporta nel suo sogno, che ha lasciato la famiglia e con cui vive continuamente un duro conflitto: una situazione che è come una ferita aperta per il giovane ballerino, che oltre a soffrire, vive male la sua esperienza ad Amici, e non riesce a ballare completamente liberato e sereno.
La maestra Veronica Peparini ne approffita per montare su Michele una coreografia fatta appositamente per Michele, un assolo dove compaiono i professionisti Gian Maria e Martina, che interpretano fermi ed immobili i genitori del ragazzo; il brano su cui deve ballare Michele è PadreMadre di Cesare Cremonini, una canzone molto profonda e toccante, una lettere che l’artista compone per comunicare con i suoi cari, dopo anni di silenzi ed incomprensioni. Nel pomeridiano di sabato 23 gennaio, Michele viene schierato dal caposquadra Daniele del gruppo La Rua, ed interpreta questa coreografia nella prova Vodafone, contro quella dell’amico ballerino Andreas sulle note di Kissing you: il pezzo del ballerino rappresenta appieno la sua vicenda personale, e Michele lo interpreta in maniera esemplare, riuscendo ad emozionare tutto lo studio che rimane senza parole e lo applaude vivacemente. Al momento del verdetto, un visibilmente commosso Garrison lo premia con un bell’otto e con l’augurio e l’ammonimento ironico di continuare sempre a ballare in questa maniera in un certo senso “liberata”.
Durante la settimana, il maestro lo incontra per assegnarli un suo pezzo e gli consiglia di tentare di lasciare fuori dalla scuola tutte le tristezze che ora è riuscito a vivere pienamente ed esprimere nella sua arte, la danza: una volta capite, toccate con mano ed affrontate, Michele deve posarle sulla sedia come se fossero vestiti di cui spogliarsi. La coreografia di Garrison montata per Michele è nello stile delle commedie di Broadway, amena e spensierata, e il maestro appiccica scherzosamente del nastro adesivo sulle gote di Michele, forzandolo a ridere: il ragazzo è felice, e il confronto si fa molto utile e propositivo.