SFOOTING/ Referendum costituzionale: i tifosi della Maggica approvano entusiasti il titolo V

- Comic Astri

Il referendum del 4 dicembre anima molti dibattiti nel Paese. Ma non tutti, spiegano I COMICASTRI, sono concentrati su quel che avverrà con la nuova Costituzione

magliaroma_totti_autografo La 10 di Francesco Totti, un simbolo eterno per la Roma (LaPresse)

Che la nostra Costituzione sia la più bella del mondo, Roberto Benigni ce l’ha declamato in tutte le salse, in tutti i palinsesti, a tutte le ore. “La Costituzione non si tocca!” è un mantra che ha contagiato gente del calibro di (brrrrr, rabbrividiamo!) J-Ax, Fedez e Piero Pelù, più l’immancabile paladina delle giuste battaglie, Fiorella Mannoia, la quale potrebbe benissimo fare da madrina al concorso “Miss Bella e Sana Costituzione”. Un’imperdibile kermesse, da tenere in quel di Salsomaggiore, nel corso della quale la nostra Carta, dopo aver costantemente stracciato, dal dopoguerra a oggi, ogni qualsivoglia richiesta (scritta, s’intende, perché… carta canta!) di cambiarla, venga messa a confronto con altre Carte (costituzionali), nella convinzione che, pur dopo 70 anni di onorata carriera, le possa sbaragliare tutte senza eccessivi patemi, compresa la ben più sbarazzina e avvenente (è stata scritta solo nel 1992) Costituzione dell’Uzbekistan. Non tutti però ne sono convinti, tanto che si è arrivati a varare una riforma, la cui approvazione passerà al vaglio dei cittadini attraverso il referendum costituzionale di domenica prossima. 

Va pur detto, a onor del vero, che gli italiani – un popolo di commissari tecnici più che di raffinati costituzionalisti -, anziché votare Sì o No sulla riforma del Senato o del titolo V, avrebbero preferito andare alle urne per decidere su altri ben più impellenti dilemmi, del tipo: “Approvate l’idea di Giampiero Ventura che vorrebbe la prima giornata del campionato di Serie A già a Ferragosto?”. Il quesito ha scatenato fazioni opposte e discussioni ben più vivaci di quanto le prime pagine dei quotidiani non dicano, ma è stato tenuto lontano dalla grande platea dei mass media per non oscurare il referendum politico. Posizione comprensibile, in quanto la Costituzione è un problema istituzionale strategico e il calcio solo una questione tattica. Dunque, bando alle ciance, il 4 dicembre si vota sulla Carta.

E a tal proposito, vista la complessità del tema, non è che gli italiani avrebbero preferito una scheda più esaustiva e maggiori possibilità di risposta? Magari, anziché un secco “Sì” o “No”, sarebbe stato preferibile un “Vediamoci più chiaro” oppure ancora un “Non è possibile riformulare la domanda proponendo una terza via?”.

Intanto il dibattito pre-referendum è stato, ed è tuttora, molto infuocato, soprattutto a sinistra. Stando, infatti, ai dati dell’Associazione Italiana dei Medici Gastroenterologi, è addirittura previsto un aumento delle prestazioni ambulatoriali, dal 5 dicembre in poi, dal momento che, all’interno del partito di maggioranza, il Pd, si registreranno numerosi… mal di pancia. Del resto, a mettere in fila le varie dichiarazioni, a seconda degli schieramenti, balza subito all’occhio l’asprezza dei toni. Un esempio? “Se vince il Sì mi dimetto: gli italiani non sanno in che pisticci si mettono” (il sindaco pentastellato di Pisticci, in Basilicata). “Se vince il No, lascio il mio sindaco, altrimenti va a finire che ci ritroveremo a pisticciare tutti i giorni” (un consigliere comunale dell’opposizione di Pisticci). 

Che il tema referendario sia stato comunque oggetto di qualche, timida o accesa, discussione anche al bar, in ufficio o a scuola è fuor di dubbio. La fine del bicameralismo perfetto, per esempio, allarma perlopiù architetti e geometri, mentre la soppressione del Cnel inquieta in buona sostanza i parenti dei componenti del Cnel. Ben altro entusiasmo e coinvolgimento, invece, scatena l’approvazione del titolo V, specie a Roma. Basti pensare che in un istituto professionale della Capitale, alla domanda del professore di diritto “Ragazzi, che ve ne pare del titolo V?”, uno studente della Garbatella, a nome di tutti i suoi compagni di classe, in modo molto garbato (come si è soliti fare in quel rione capitolino), ha risposto: “A professo’, noi conosciamo er titolo I (1941-42), er titolo II (1982-83), er titolo III (2000-2001)… Aho’ che ottimismo che c’hai! Seconno te, noi vinciamo lo Scudo quest’anno e pure er prossimo? Du’ titoli de fila pe’ arrivà al quinto? Prof, sei un grande! Sempre e comunque con tutti noi… Forza Maggica!”.







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