Agostina Belli è un volto noto del cinema italiano. Negli anni Settanta i film girati dal lei sono stati tantissimi, lei che con la sua faccia d’angelo stregò tutti gli italiani. Se però sul grande schermo la vita le sorrise spesse volte, non così fu nella sfera privata e personale: una serie di tragedie e disgrazie ne segnarono purtroppo il percorso, spesso accidentato e tortuoso. Tra i tanti episodi spiacevoli della sua vita, ce n’è uno che li batte decisamente tutti: l’omicidio della propria madre, uccisa violentemente a coltellate a poco più di cinquant’anni da un anonimo assassino. Un omicidio brutale, che lasciò scioccata sia la bella Agostina che il padre, anche se i due erano ormai separati da parecchi anni. La donna gestiva una pensione nel centro di Milano e il suo assassino non fu mai trovato: nessuno vide né sentì nulla e il caso rimase così irrisolto. Quando, dopo un anno, Agostina e il padre entrarono nel luogo del delitto, trovarono tutto come lo avevano lasciato, compresi alcuni preziosi che la donna possedeva al suo interno. Quello un era segno evidente che l’omicidio non era stato fatto a scopo di rapina come si voleva far credere ma, anzi, l’uomo conosceva benissimo la donna dato che venne scoperto che essa le offrì anche da bere.
GLI INVESTIGATORI PRIVATI
Sulle pagine del Giornale Controcorrente, Agostina Belli racconta la sua travagliata storia. Prima, la furia per un mancato approccio ‘aggressivo’ al caso di omicidio della madre: ‘Dissi al maresciallo che non erano state prese nemmeno le impronte digitali sul luogo del delitto. Lui mi rispose che quella era una pensione dove la gente andava e veniva e chiuse così il caso.’ Caso poi riaperto dalla stessa Agostina, grazie all’ingaggio di alcuni investigatori privati d’eccezione. Quando però iniziò a scoprirne di più al riguardo, cominciarono i primi atti intimidatori: il cane avvelenato, la macchina rubata e infine le telefonate minatorie. Alla fine, stremata da tutta quella situazione, Agostina Belli sporse denuncia. Continua il suo racconto: ‘Alla fine un capitano di polizia di convinse a lasciar perdere tutto. Mi disse: “Signorina, la chiuda qui. Questa è gente molto pericolosa.” ‘. Dopo mille e più ricerche, purtroppo, Agostina Belli dovette interrompere le indagini per fare chiarezza sul caso che ancora oggi è quello che gli americani chiamerebbero un ‘cold case’, un caso chiuso anche se irrisolto.
LA CRITICA A VITTORIO GASSMAN
E poi, il cinema italiano. Per gli attori del suo tempo ( e anche per i registi) Agostina Belli non fa sconti ma, anzi, mette a nudo alcune magagne che in pochi hanno il coraggio di commentare. Ad esempio, l’attrice italiana ha un pessimo ricordo di una delle colonne del nostro cinema, quel Vittorio Gassman con cui girò il suo film più famoso,’Profumo di donna’. A dispetto dell’immagine bonaria e guascona del grande attore, la Belli dice: ‘Ho un pessimo ricordo di Vittorio Gassman, era troppo aggressivo, perfino cattivo.’ Stessa sorte, più o meno, per Philippe Noiret, famosissimo attore francese: ‘Era spocchioso e pieno di sé. Lui stava da una parte e tutto il cast dall’altra.’ Ma le stoccate non finiscono qui: anche per la regista Lina Wertmuller la Belli ne ha una: ‘Era una vera e propria dittatrice. Sul set mi gridava: “Ehi stronza, ti muovi oppure no?’ Ma in questo mondo cinico e un po’ aspro c’erano anche dei buoni. Di meno, certo, ma c’erano. Peter Ustinov, ad esempio, (‘un uomo stupendo, scherzava sempre’) oppure Richard Burton (‘un vero signore, la cattiva della coppia era sicuramente la Taylor’).