Lite negli studi di Rete 4 in ‘Quarto Grado tra il giornalista e scrittore Carmelo Abate e l’inviato della trasmissione, Remo Croci. Quest’ultimo ha testimoniato grida provenienti dal carcere da parte dei detenuti, che protestavano per la conferma dell’ergastolo a Massimo Bossetti per l’omicidio di Yara Gambirasio, da parte della corte di Cassazione. Croci ha testimoniato i fatti e Abate ha criticato il poter dar voce a quelle che potrebbero sfociare, da proteste verbali, in una potenziale sommossa carceraria, vedendo tra l’altro che la trasmissione dà spazio alla cosa. Ha spiegato Abate: “Io inviterei tutti alla saggezza perché è inutile lanciare messaggi apocalittici come quelli che ha lanciato Meluzzi sulla giustizia, evitare messaggi che possono istigare gesti gravi o di ribellione in un carcere dove c’è gente che ha la televisione accesa e con un microfono là fuori: il rischio è quello di istigazione, anche inconsapevolmente: io spegnerei la telecamera davanti al caso.”
“FACCIAMO SOLO IL NOSTRO LAVORO”
“Io non spengo niente Abate” ha risposto Remo Croci, “la tua opinione va a ledere il diritto della mia professionalità. Io sono qui a raccontare un fatto di cronaca e se permetti se alle mie spalle sento delle grida che possono essere contro o pro Bossetti, io registro questo dato di cronaca. Non istigo nessuno e per cortesia pesate bene le parole, valutando ciò che dite rispetto ad un collega che sta lavorando insieme a due operatori, noi stiamo facendo il nostro lavoro.” Il conduttore di ‘Quarto Grado’, Gianluigi Nuzzi, ha cercato di gettare subito acqua sul fuoco ribadendo il diritto di Croce di fare il suo lavoro nel migliore dei modi e dare spazio alla cronaca, ma al tempo stesso di non impuntarsi in liti personali riguardanti temi interni alla trasmissione che possono interessare poco ai telespettatori. Abate ha replicato brevemente solo spiegando che il suo era un discorso generale, non riferito direttamente all’attività da cronista di Croci sul momento.