L'infettivologo Matteo Bassetti spiega come sta Papa Francesco: il quadro respiratorio è complesso e il futuro potrebbe essere infausto
Al 18esimo giorno di ricovero al Policlinico Gemelli di Roma, l’apprensione del mondo intero sulle condizioni di Papa Francesco cresce sempre di più, tra chi si chiede come sta, chi lancia teorie decisamente discutibili e complottiste e chi preferisce rivolgersi alla preghiera e attendere la fine dei gravi problemi di salute che affliggono il Pontefice, alle prese dallo scorso 14 febbraio con una polmonite polimicrobica che sta causando frequenti e repentini alti e bassi nella salute del Santo Padre: a cercare di dare una risposta alla domanda ‘come sta Papa Francesco’ ci ha penato questa mattina il noto infettivologo Matteo Bassetti, intervenuto per commentare gli ultimi sviluppi sulla salute del Pontefice durante la diretta di Mattino 5.
Partendo dalle ultimissime novità, Bassetti ha voluto spiegare fin da subito che la recente crisi di broncospasmi sofferta da Papa Francesco è dovuta al “restringimento dei bronchi” – ovvero i “tubi che portano l’aria all’alveolo polmonare” – che causa “una difficoltà respiratoria maggiore”: le crisi di vomito riportate dal bollettino di un paio di giorni fa potrebbero – spiega – essere proprio collegate alle “difficoltà respiratorie”.
Ma potenzialmente anche “all’eccesso di tosse” tipico delle crisi; mentre dal conto suo l’infettivologo ci tiene a precisare che è sicuramente positivo che le crisi di vomito siano passate perché si rischiava quella che viene chiamata “polmonite ab ingestis” causata dal vomito che finisce “nei polmoni [e] potrebbe causare una polmonite legata agli alimenti o al succo gastrico che sarebbe un’ulteriore complicazione“.
Come sta Papa Francesco, Bassetti: “In futuro potrebbe aver bisogno dell’ossigeno costante”
Complessivamente – sempre rispondendo alla domanda ‘come sta Papa Francesco’ – Bassetti sottolinea che attualmente “il quadro” è e resta “molto complesso e complicato” trattandosi di un’infezione causata contemporaneamente da “virus, fughi e batteri (..) opportunisti, ovvero che colpiscono soprattutto chi è fragile”: una condizione – quella della fragilità – che nel Santo Padre è certamente legata “all’età”, ma anche “e soprattutto per il cortisone che fa da tanti anni e che rende il nostro sistema immunitario più fragile, più debole e meno performante”.
Comunque sia la situazione attuale di Papa Francesco, Bassetti ci tiene a mettere in chiaro che d’ora in poi “non bisogna disperarsi troppo quando le cose vanno male, né essere troppo ottimisti quando vanno bene” perché oltre ad essere “una situazione veramente molto, molto complicata” in media ha “una prognosi purtroppo molto infausta, con un 20/30 e qualche volta anche 40% di rischio di mortalità“.
Secondo l’infettivologo la situazione sarà chiara più avanti a seconda del procedere “del quadro respiratorio” che attualmente ci parla della necessità degli “altri flussi e di una ventilazione non invasiva” anche dopo due settimane in ospedale; mentre si deve anche tenere conto che probabilmente il problema vero per Papa Francesco “sarà domani” perché è probabile che “avrà sempre bisogno dell’ossigeno“.
