Il concordato preventivo biennale può essere un'opportunità per poter risparmiare sul fisco, anche se non è per tutti.
Concordato preventivo biennale
I soggetti che possono rientrare nel concordato preventivo biennale sono coloro che hanno gli ISA, mentre restano esclusi i forfettari (ad eccezione dell’esperimento avvenuto lo scorso anno), le attività con compensi e ricavi con più di 5.164.569€ e i contribuenti che hanno preso parte al CPB lo scorso biennio.
Nel 2024 era permesso ai contribuenti in regime forfettario poter richiederne l’adesione. Il tentativo del Governo ha registrato 100.000 approvazioni, con dei risultati più bassi rispetto alle aspettative.
Naturalmente al CPB non possono esser accolte domande provenienti da debitori con più di 5.000€ da dover pagare, società in scissione/fusione e chi non ha inviato la propria dichiarazione dei redditi negli ultimi 3 anni.
L’effettiva convenienza
Il Ministero dell’Economia e della Finanza ha sottolineato i vantaggi oggettivi di aderire al concordato preventivo biennale. Infatti chi rientra nella misura pagherà soltanto le imposte pattuite inizialmente (anche se ha generato un ricavo più alto) per 2 anni.
Oltre al vantaggio di poter pagare meno imposte, il MEF ricorda che questo accordo permette di snellire gli iter burocratici, risparmiarsi gran parte dei controlli fiscali e ricevere dei premi in benefit in base ai “voti in pagella”.
Tra i benefit premiali più sostanziosi non possiamo omettere l’esonero del visto di conformità per le compensazioni IRES, IRAP, IRPEF e dell’IVA fino a 50.000€ e 70.000€.
Le modalità di adesione
Indifferentemente dalla modalità di adesione prestabilita, la scadenza è prevista al 30 settembre. Quanto all’iter per aderire al CPB esistono 2 strade, la prima tramite il portale web dell’Ade, e la seconda di far domanda insieme all’invio della dichiarazione dei redditi.
Laddove si scelga di far istanza tramite il modelli Redditi di quest’anno, è importante consultare l’apposita voce presente nel frontespizio e in caso di scelta autonoma indicare il codice “1“.
Infine, per i redditi più bassi di 85.000€ è prevista una tassazione agevolata proporzionata al punteggio ISA, con valori minimi che partono dal 10%, fino al 15% per pagelle “poco affidabili”.