A Far West l'inchiesta sul condono edilizio in Campania: la norma di Berlusconi del 2003 riproposta in queste ore da FdI

Tra le inchieste questa sera protagoniste della nuova puntata di Far West si parlerà anche del condono edilizio in Campania che da giorni è sulle prime pagine della cronaca politica, soprattutto in virtù delle accuse mosse dalle opposizioni che vedono nella riproposizione del decreto all’epoca voluto dal governo Berlusconi un modo per attirare maggiori voti nelle Elezioni Regionali campane che – secondo gli ultimissimi sondaggi – dovrebbero vedere il centrosinistra in leggero vantaggio rispetto al centrodestra.



Al di là delle valutazioni politiche, prima di immergerci in quello che sappiamo sul condono edilizio in Campania – e, di fatto, non solo – è bene ricordare che per ora si tratta solamente di una proposta: ad avanzare l’ipotesi, infatti, sono stati due senatori di Fratelli d’Italia – gli onorevoli Matteo Gelmetti e Domenico Matera – che l’hanno inserita tra i tantissimi emendamenti alla Legge di Bilancio; e spetterà alle trattative politiche scegliere se approvala e renderla realtà, oppure archiviarla in un nulla di fatto.



Cosa sappiamo sul condono edilizio in Campania: la norma di Berlusconi del 2003 e le novità

L’idea alla base della proposta sul condono edilizio in Campania sarebbe quella di recuperare quell’ampia – ma al contempo stringente – sanatoria nazionale che approvò il governo Berlusconi nel 2003: la legge permise di condonare migliaia di piccoli e grandi abusivismi, fissando solamente degli stingenti paletti per quanto riguardava l’abusivismo edilizio grave, tra chi non aveva rispettato le norme anti-sismiche, chi aveva costruito su terreni demaniali e chi non aveva rispettato i vincoli paesaggistici.



Di fatto, il condono edilizio di Berlusconi del 2003 fu esteso a tutto il territorio nazionale e funzionò anche piuttosto bene, ma fu completamente esclusa dalle trattative proprio la Campania: la ragione è da ricercare nella strenua opposizione che all’epoca fu fatta dall’allora presidente regionale Antonio Bassolino (in forza al PD) che decise di impugnare la normativa dalla Corte costituzionale ritenendola – appunto – incostituzionale.

Antonio Bassolino (Foto: ANSA/CESARE ABBATE)

Alla fine, la Corte diede ragione – salvo alcune piccole modifiche al decreto – allo Stato, ma ormai erano trascorsi i tempi necessari per la presentazione delle domande e i tanti cittadini campani che avevano fatto la richiesta (in alcuni casi pagando anche i dovuti oneri) furono esclusi dal condono edilizio: proprio per questo la proposta avanzata dai senatori di FdI è apparsa – agli occhi dell’opposizione – soprattutto elettoralmente strumentale.