Secondo l'Ecri del Consiglio d'Europa la polizia italiana è responsabile di profilazione razziale: suggerita la conduzione di un'indagine indipendente

È un giudizio durissimo — ovviamente smentito immediatamente da buona parte delle forze politiche di maggioranza — quello rivolto dal Consiglio d’Europa alle forze di polizia italiane, accusate di usare metodi di profilazione razzisti, basati più sull’aspetto del soggetto sottoposto a controllo che sull’effettiva pericolosità percepita: a dirlo sono stati sia il presidente che il vicepresidente dell’Ecri — ovvero la Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza, in seno proprio al Consiglio d’Europa —, rispettivamente Bertil Cottier e Tena Šimonović Einwalter; mentre, com’era prevedibile, è arrivata la risposta chiara, netta e precisa — tra gli altri — della premier Giorgia Meloni, del presidente del Senato Ignazio La Russa e del sindacato delle forze armate civili Coisp.



Partendo dalla tesi del Consiglio, è bene precisare che il commento è arrivato dopo la presentazione del report annuale redatto dall’Ecri, con Cottier che ha suggerito all’Italia di condurre “un’indagine indipendente sul fenomeno della profilazione razziale” tra le forze dell’ordine; mentre il collega Šimonović Einwalter ha aggiunto che si tratta di un “fenomeno crescente in molti Paesi europei”, con gli agenti che “fermano le persone sulla base del colore della pelle, della presunta identità o della religione“: secondo il vice dell’Ecri, per quanto diffusa sia, la profilazione razziale è particolarmente presente in “Italia e Francia“, con il solo Regno Unito che sarebbe riuscito — anche grazie all’uso “di bodycam da parte degli agenti” — a ridurre l’incidenza del fenomeno.



I duri attacchi dei politici italiani al Consiglio d’Europa, Meloni: “Tesi sulla polizia faziosa, infondata e vergognosa”

Parole che — dicevamo già prima — non sono passate inosservate alle forze politiche italiane, con la premier Giorgia Meloni che per prima si è esposta sul tema, definendo l’accusa contro la polizia italiana “semplicemente vergognosa“: quello dal Consiglio sarebbe un “giudizio infondato” che ignora la realtà di persone che ogni giorno “con coraggio, dedizione e rispetto della legge” svolgono un mestiere difficilissimo; mentre non manca neppure un’accusa contro lo stesso Consiglio d’Europa, che avrebbe — secondo la premier — “smarrito (…) lo spirito originario” a favore di “dichiarazioni sempre più faziose e lontane dalla realtà“.



Sulla stessa lunghezza d’onda anche Ignazio La Russa, che si è limitato a ringraziare le forze dell’ordine per i loro quotidiani sacrifici, e mentre Procaccini (sempre di FdI) accusa il Consiglio di essere “una Ong politicizzata”, Fidanza rincara la dose accusandolo di essere “una sorta di centro sociale istituzionalizzato”, e Bignami parla di “diffamazione”; il sindacato di polizia Coisp — e in particolare il segretario Domenico Pianese — ha rinnegato le accuse dell’Ecri, sostenendo che gli agenti “agiscono sulla base di comportamenti sospetti e dinamiche operative”, ben distanti dal razzismo, peraltro lasciando intendere che l’Italia sia un “Paese fuori controllo” in una totale delegittimazione delle sue istituzioni.