Aumento stipendi per i dipendenti pubblici. La trattativa si apre venerdì, con l’obiettivo di chiudere per un aumento di 107 euro medi mensili. Per i sindacati si tratta di un target raggiungibile, soprattutto alla luce della firma del “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale”. Ma serve uno stanziamento di circa un miliardo di euro rispetto a quello previsto con la legge di Bilancio. Un cambio di passo atteso da anni e che quindi è stato apprezzato da Cgil, Cisl e Uil. Per il premier Mario Draghi è un «primo passo» che si fonda sulla centralità della pubblica amministrazione. A breve il Governo emanerà gli atti di indirizzo all’Aran per riavviare la stagione dei contratti statali, che riguarda 3,2 milioni di dipendenti pubblici. I contratti del pubblico sono, infatti, scaduti da quasi tre anni. Nel bilancio sono stati conteggiati 3,75 miliardi per il rinnovo del contratto.
Ciò secondo i calcoli del governo dovrebbe portare ad un aumento tra 107 e 111 euro lordi al mese. Ma visto che nello stanziamento è compreso pure l’elemento perequativo (bonus corrisposto ai redditi bassi) e altre poste, come gli aumenti per i militari, la stima è sbagliata.
CONTRATTI STATALI, AUMENTO STIPENDI PER CATEGORIE
In base ai calcoli dei sindacati, con quella somma si può arrivare ad un aumento medio di 85 euro per gli statali. Per questo, riporta Il Messaggero, è stato chiesto uno stanziamento aggiuntivo di un altro miliardo di euro. L’aumento comunque non sarà uguale per tutte le categorie. Ad esempio, alla luce dell’ultimo rapporto Aran, che è l’agenzia che si occupa dei rinnovi contrattuali, agli infermieri verrebbe riconosciuto un aumento mensile dello stipendio di 97 euro circa, senza elemento perequativo e al lordo dell’indennità di vacanza, che vale oltre 15 euro nel loro caso. Ai docenti invece 91,50 euro circa. Per i dipendenti pubblici categoria A degli enti locali, quindi quella base, 60,40 euro, sempre al lordo, contro i 334 euro di aumento dei dirigenti. Nel rapporto si evidenzia che l’aumento degli stipendi degli statali per il triennio 2019-2021 si ferma al 3,8% se si toglie il bonus per i redditi bassi, mentre al lordo sarebbe al 4,07%. Finora la stabilizzazione dell’elemento perequativo, per il quale servono 250 milioni di euro annui, era uno dei nodi della trattativa con i sindacati, ma dopo la firma del “Patto” di oggi potrebbe essere sciolto.