L’emergenza coronavirus ha messo in ginocchio anche l’Iran, che subito dopo la Cina è stato uno dei paesi più colpiti. I numeri ufficiali si aggirano attorno ai seicento morti collegati a Covid-19, anche se ci sono molti dubbi sulle vittime reali, in quanto si teme che il regime iraniano possa aver descritto la situazione in maniera molto più blanda rispetto a quella reale. Intanto tra le nuove vittime figurano diversi parlamentari, oltre ad un consigliere della guida suprema Ali Khamenei. Tra i contagiati anche la vicepresidente Massoumeh Ebtekar, che potrebbe non essere l’unica esponente del governo colpita dal virus. Come detto le forze dell’ordine sono state costrette ad intervenire nelle strade per evitare ulteriori danni, con tanto di polemiche e testimonianze che appunto raccontano una realtà molto più pesante e drammatica in Iran. (Aggiornamento di Jacopo D’Antuono)
CORONAVIRUS IN IRAN, TRAGICI AGGIORNAMENTI
Arrivano nuovi tragici aggiornamenti sull’emergenza coronavirus in Iran. Tra i Paesi più colpiti al mondo, insieme Italia e Francia, Teheran ha registrato altre 97 morti nelle ultime 24 ore: il numero totale dei decessi sale a 611. Come riporta il portavoce del ministero della Sanità Kianoush Jahanpour, il numero dei contagiati è di 12.729, mentre il numero dei guariti è di 4.339. Nel giro di un giorno, le autorità hanno registrato oltre 1.300 nuovi casi di contagio. Esercito e polizia hanno ricevuto l’ordine di fare svuotare le strade del Paese per evitare che il Covid-19 si propaghi, ma non mancano le polemiche: sono molti i dubbi sulle cifre fornite dal Governo, video e testimonianze stanno facendo emergere una realtà ancora più drammatica. E c’è di più: chi esprime critiche sui social network viene arrestato, come il calciatore Mohammad Mokhtari.
CORONAVIRUS IRAN: “FOSSE COMUNI PER LE VITTIME”
L’allarme coronavirus in Iran ha coinvolto anche molti esponenti politici, basti pensare ad Ali Akbar Velayati, il più importante consigliere della guida suprema Ali Khamenei. Il Governo ha lanciato misure straordinarie, come dicevamo, ma dagli Usa arriva un’accusa pesantissima: secondo quanto riporta il Washington Post, a Qom – città santa dell’Islam sciita, il primo focolaio nel Paese – sarebbe stata allestita una maxi fossa comune per le vittime da coronavirus. Il media statunitense ha spiegato che le immagini satellitari mostrano che «nel complesso di Behesht-e Masoumeh a Qom, circa 80 miglia a sud di Teheran, già il 21 febbraio è iniziato lo scavo di una nuova sezione del cimitero, che si è allargata rapidamente mentre il virus si diffondeva». A fine mese, infatti, si potevano vedere due fosse lunghe circa 90 metri, come un campo da calcio. Ipotesi che confermerebbero le voci su un bilancio molto più grave di quanto reso noto dalle autorità
Iranian authorities began digging a pair of trenches for victims just days after the government disclosed the initial outbreak.
Together, their lengths are that of a football field. https://t.co/aOajnYyToF
— The Washington Post (@washingtonpost) March 13, 2020