Alla Scala ultima rappresentazione di "Così fan tutte". L'opera di Mozart prende in giro le coppie "infedeli". E suggerisce una satira attualissima

Così fan tutte… o quasi… La celebre opera di Mozart, della quale va in scena oggi al Teatro alla Scala l’ultima rappresentazione, propone, attraverso una splendida musica un tema a quei tempi (siamo alla fine del 700) scandaloso. Quel titolo è divenuto così proverbiale da suggerirne uno per un film di Tinto Brass e addirittura lo spunto per l’edizione televisiva di Temptation Island.



In quel periodo Mozart aveva molto bisogno di denaro, anche per le cure necessarie per la moglie malata, e non era il caso di andare molto per il sottile nel scegliere un libretto adatto alla sua musica. E poi aveva già dimostrato di trovarsi bene con certi temi nelle Nozze di Figaro e nel Don Giovanni.

Così ben venne il libretto dell’italiano Da Ponte e i cantanti, pure italiani, per la prima dell’opera al Burgtheater di Vienna. Purtroppo, dopo quattro serate, la morte dell’imperatore Giuseppe II impose la sospensione della rappresentazione dell’opera, evidentemente non adatta al clima di lutto nazionale. Del resto, non tutti i viennesi avevano apprezzato, al di là della musica, una storia che si svolge tra continue trame amorose.



Il fatto però che alla fine, dopo infiniti travestimenti degli uni e degli altri, i protagonisti si ritrovino ad aver tradito i loro compagni (che si erano presentati sotto mentite spoglie) dà all’opera il senso che tanta trasgressione, alla fine, si fa gioco di se stessa. Come spesso accade, purtroppo, anche nella realtà.

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Solo che nella realtà il finale non è così gioioso come nell’opera di Mozart. Spesso grandi amori fatti a pezzi per il ripetersi di inganni anche reciproci, lasciano, nel migliore dei casi, grandi amarezze, a malapena minimizzate da un ostentato senso di superiorità. Per non parlare di quando queste relazioni e questi inganni portano a traumi per i figli o addirittura a drammi passionali di cui siamo testimoni quasi ogni giorno.



Grazie, comunque, Mozart, per quelle tre ore di ottima musica e di divertimento, almeno per chi apprezza questo genere. Ma quando verrà qualcuno a fare, a poter fare, un po’ di sana satira su questo mondo radical chic che ha fatto dell’amore cosiddetto libero uno dei suoi cavalli di battaglia, ma che spesso è costretto a mostrare il volto triste di chi, in fondo, ha riposto male le sue speranze?

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