Grazie alle misure di contenimento del contagio varate dal Governo e anche ai sacrifici della maggior parte degli italiani l’indice di riproducibilità del Coronavirus in Italia si è ridotto sensibilmente: è questo il risultato di un recente studio effettuato dall’ISS (Istituto Superiore di Sanità) e pubblicato sul sito di MedArxiv a proposito della possibilità degli individui in Italia positivi al Covid-19 di contagiarne altri. Infatti la riduzione degli spostamenti, il lockdown delle attività produttive e la maggior cautela (unita all’utilizzo dei dispositivi sanitari di protezione) hanno fatto sì che l’indice di riproducibilità del Sars-Cov-2 fosse pari a 3: analizzando un campione di circa 63mila casi fino allo scorso 24 marzo i ricercatori dell’ISS e i loro colleghi della “Fondazione Bruno Kessler” di Trento hanno provato a trarre informazioni non solo dalla curva della mortalità ma hanno pure tenuto conto del cosiddetto R0, ovvero il dato che restituisce la misura del nuovo Coronavirus di diffondersi tra le persone senza le misure di contenimento, tenendo conto che invece Rt è il parametro che determina il suo indice di riproducibilità quando le suddette misure sono invece in vigore.
ISS: “L’INDICE DI RIPRODUCIBILITA’ DEL COVID-19 E’ IN CALO”
Ad esempio il valore di R0 in Lombardia ha toccato il valore massimo di 3 nella penultima settimana di febbraio per poi cominciare gradualmente a calare: stesso trend a livello nazionale tanto che alla data dello scorso 24 marzo l’indice era comunque ancora sopra 1 ma comunque in discesa. A tal proposito va ricordato infatti che quando l’indice R0 è superiore a 1 vuol dire che almeno ogni persona infetta ne contagia di fatto un’altra e dunque l’epidemia non può dirsi debellata: solo quando questo valore scende sotto a 1, il contagio comincia ad arrestarsi. Tuttavia il trend misurato in Lombardia vale anche per le altre regioni italiane dove, in mancanza di misure di contenimento, l’indice era sotto a 1 ma poi ha raggiunto in breve tempo i livelli lombardi (ovvero 3). Secondo i ricercatori dell’Istituto di Sanità, l’infezione nel nostro Paese ha seguito dinamiche molto simili a quelle del cluster di Wuhan, in Cina, e il valore R0 di quasi 3 registrato in Lombardia (più precisamente 2.96) è ciò che ha poi determinato la grande circolazione del virus nel nostro Paese e l’elevato numero di casi registrati nell’arco di pochi giorni.