La Verità pubblica riunioni Cts durante la pandemia: "Erano a conoscenza degli effetti collaterali del vaccino Astrazeneca ma hanno proseguito il piano"
Covid, le riunioni del Comitato Tecnico Scientifico Cts durante la pandemia, documentate da filmati, dimostrano che i tecnici conoscevano i rischi legati al vaccino Astrazeneca, ma decisero lo stesso di proseguire con la campagna. Il quotidiano La Verità ha pubblicato in esclusiva la registrazione delle sedute, avvenute proprio in concomitanza del caso della morte di Camilla Canepa, la ragazza deceduta per trombosi dopo aver partecipato all’open day durante il quale distribuivano il farmaco.
Dalle trascrizioni delle conversazioni emerge che quell’avvenimento venne quasi ignorato, per non compromettere la riuscita del piano vaccinale. Il presidente Franco Locatelli infatti, durante la seduta con i Pm dell’inchiesta, aveva già dichiarato che a maggio 2021 erano noti ai componenti del gruppo, gli effetti collaterali che potevano colpire soprattutto le persone giovani, in particolare il pericolo derivato da un calo delle piastrine, sostenendo anche di aver inviato un sms al ministro Speranza, per chiedere come mai fosse stato proposto proprio quel prodotto ad una ragazza.

Cts proseguì con gli Open Day che distribuivano il vaccino Astrazeneca anche dopo la morte di Camilla Canepa: “Conoscevamo i rischi”
I rischi del vaccino Astrazeneca, confermati anche dalla morte di Camilla Canepa, erano noti al Cts già quando il comitato teneva le riunioni per decidere su come proseguire con la campagna vaccinale e in quali modalità. Secondo quanto ricostruito da La Verità, a giugno, fu Giorgio Palù a consigliare di prendere esempio da altri paesi che avevano limitato il prodotto proprio per gli effetti collaterali, visti i 34 decessi associati. Sostenendo anche di essere contrario alla somministrazione di vaccini a vettore virale per chi aveva meno di 60 anni, tuttavia, la scarsità delle dosi di farmaci a MRna, più consigliati per i giovani, non erano sufficienti a coprire il fabbisogno.
A questo si aggiunsero alcune considerazioni, tra le quali il fatto che prendere una netta posizione potesse compromettere tutto il piano, che contribuirono a proseguire, anche con gli Open Day che distribuivano Astrazeneca aperti a tutte le età. L’immunologo Abrignani lo sottolineò poi ai pm nel 2022: “Eravamo a conoscenza dei rischi ma a fronte di un vaccino autorizzato dall’Ema non potevamo impedire che le persone intenzionate a vaccinarsi su base volontaria si vaccinassero“.
