La lunga notte della crisi di Sigonella: cos'è successo dal sequestro della Achille Lauro fino al braccio di ferro tra Craxi e Raegan
Passata alla storia come uno degli episodi più complessi delle relazioni diplomatiche tra Italia e Stati Uniti, la crisi di Sigonella questa sera tornerà protagonista del palinsesto televisivo con la messa in onda del film “La Sfida” nella seconda serata di oggi di La7: una lunghissima notte di tensioni e di braccio di ferro tra il nostro Presidente del consiglio Bettino Craxi e il Presidente statunitense Ronald Reagan, giocato interamente nell’aeroporto di Sigonella sullo sfondo del dirottamento della nave Achille Lauro.
Per capire meglio cos’è successo a Sigonella è importate partire proprio dalla Achille Lauro: si trattava di una nave da crociera italiana a bordo della quale il 7 ottobre del 1985 salirono quattro terroristi palestinesi che rispondevano al Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina; il cui obbiettivo iniziale era quello di raggiungere il porto israeliano di Ashdod, ma che convertirono la missione in un sequestro nel momento in cui vennero scoperti con la richiesta di liberare 50 palestinesi arrestati da Israele.
La crisi della Achille Lauro durò complessivamente 48 ore e si risolse grazie alla mediazione dei palestinesi Hani El Hassan e Abu Abbas, ma tutto degenerò ulteriormente quando si scoprì che il manipolo di sequestratori aveva ucciso il cittadino americano Leon Klinghoffer: fu in quel momento che gli Stati Uniti avanzarono la richiesta di estradizione dei terroristi verso Washington, scontrandosi contro l’opposizione di Craxi che voleva processarli in Italia in quanto reato compiuto su territorio tecnicamente italiano (appunto, la nave da crociera).

La lunga notte di Sigonella: come si è risolto il braccio di ferro tra Stati Uniti e Italia
L’aereo con a bordo i palestinesi partì alla volta dell’Italia ma fu intercettato da quattro caccia (e altri due aerei militari non segnalati) statunitensi e costretto ad atterrare a Sigonella: fu in quel momento che iniziò il braccio di ferro tra Roma e Washington per decidere chi fosse responsabile del processo a loro carico in una lunga nottata fatta da numerosi colpi di scena e alcune incomprensioni tra Craxi e Reagan.
Non appena l’aereo atterrò a Sigonella, infatti, fu circondato da un cordone di Carabinieri che nell’arco di pochi minuti furono a loro volta circondati da soldati statunitensi che si trovavano a bordo dei due aerei non segnalati e mentre le tensioni crescevano, un secondo gruppo di Carabinieri circondò i soldati statunitensi: la crisi si risolse dopo una telefonata tra Craxi e Reagan e l’intervento di un terzo gruppo di Carabinieri che fece desistere i soldati statunitensi a Sigonella.
La crisi di Sigonella fu particolarmente complessa da risolvere e anche dopo la fine delle tensioni aeroportuali ci vollero mesi prima che tutto tornasse alla normalità; mentre nel frattempo i terroristi palestinesi sono stati presi in carico da Roma e processati, con due di loro condannati dall’ergastolo, il terzo a 30 anni di reclusione e l’ultimo – all’epoca dei fatti ancora minorenne – a 17 anni.
