Il procuratore generale Manuela Comodi, esponendo la sua tesi nella replica del processo a Raffaele Sollecito e Amanda Knox per l’omicidio di Meredith Kercher, si è detta convinta che i due abbiano ucciso per niente, senza alcun motivo, ma che abbiano ucciso. E che, nonostante la giovane età – anche Meredith era giovane, quando fu uccisa – meritano il massimo della pena. Che, per fortuna, ha sottolineato, non è la morte. La Comodi, nel corso del processo di appello, nel ragionare sul fatto che avrebbero agito senza movente, fa presente: «ricordate Omar che ha aiutato la fidanzatina a sterminare la sua famiglia? Che movente aveva? Perché lo ha fatto? Perché una mamma fracassa la testa del figlioletti? Avrei molti esempi di questi tipo». I due, dal canto loro, sono stati condannati in primo grado a 25 e 26 anni di reclusione e si trovano in carcere dal 6 novembre. E, secondo il Pm Giuliano Mignini, se dovessero essere assolti prima dell’ultimo grado di giudizio secondo la procura sarebbe una catastrofe. Coglierebbero l’immediata occasione per fuggire all’estero fuga alla quale non ci potrebbe esser modo di porre rimedio. L’ipotesi è avvallato dal fatto che, ricorda il pm Giuliano Mignini, i genitori di Amanda hanno detto di avere già il passaporto per la figlia.
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«Nonostante questo sia il secondo di tre gradi di giudizio in Italia, sta a voi rendere giustizia», ha dichiarato, in virtù di queste considerazione, ai giudici della Corte d’appello. Nel merito delle accuse, il Pm, illustrando la ricostruzione dell’omicidio, ha spiegato che il vetro di una delle finestre delle coinquiline di Meredith andato in frantumi, è stata un tentativo di depistaggio per far ricadere la colpa sulle ragazze. Nessun ladro assassino, quindi, come ha prospettato la difesa di Sollecito. «Le persiane erano chiuse e per giunta avevano un difetto: il legno strusciava sulla pietra creando quindi una chiusura ancora più forte. Non è credibile che dunque il lancio di un sasso di 4 chili contro la finestra non abbia rotto prima le persiane e poi eventualmente il vetro delle finestre», ha aggiunto.
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Poi, ha ribadito: «Evidentemente qualcuno da dentro ha aperto le persiane, ha chiuso le finestre, lasciate aperte della legittima inquilina, e poi simulato il futuro. E si simula quando si vuole portare altrove i sospetti». Mignini, infine, ha chiesto alla Corte perché Amanda e Raffaele «non hanno avuto la forza di vedere al monitor le foto del corpo martoriato di Meredith?», sottolineando come suo compito sia di monitorare attentamente atteggiamenti del genere.