VALTER LAVITOLA/ E’ tornato in Italia. Nuova accusa di corruzione internazionale
Ha mantenuto le promesse. Ieri sera, allo scalo di Buenos Aires, aveva rivelato ai cronisti la sua intenzione di tornare in Italia per costituirsi e dirimere le sue vicende giudiziarie.

Ha mantenuto le promesse. Ieri sera, allo scalo argentino di Buenos Aires, aveva rivelato ai cronisti la sua intenzione di tornare in Italia per costituirsi. Aveva spiegato che così non ce la faceva ad andare avanti. Temeva il carcere, certo, ma era meglio risolvere una volta per tutta la vicenda, dirimere le sue controversie giudiziarie; questo è quanto gli avevano suggerito i propri legali. Sempre in procinto di prendere l’aereo che lo avrebbe condotto a Fiumicino, aveva spiegato che, una volta finito tutto, sarebbe tornato, con ogni probabilità in Sudamerica, dove avrebbe ripreso a occuparsi di commercio ittico. A Panama, magari. E’ sbarcato, quindi, in Italia. L’ex direttore de editore dell’Avanti era latitante da ormai 8 mesi. Giunto con un volo Alitalia all’aeroporto di Fiumicino alle 6:41, è stato descritto con indosso un piumino blu smanicato, maglioncino bianco, jeans, scarpe da ginnastica, uno zaino beige e un piccolo trolley. Era scattato nei suoi confronti una richiesta di arresto da parte della Procura di Bari e quella di Napoli. La prima lo sta indagando nell’ambito dell’inchiesta per estorsione ai danni di Silvio Berlusconi, che vede coinvolti anche i coniugi Tarantini.
E’, in particolare, accusato di induzione a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità; in sostanza avrebbe spinto Tarantini a sostenere di fronte alla legge che Berlusconi non fosse a conoscenza del fatto che alle sue feste erano presenti delle escort. La seconda per finanziamenti illeciti all’editoria; tra il 1998 e il 2009 avrebbe ottenuto un finanziamento di 23,2 milioni di euro attraverso un sistema di fatturazione falsa. La medesima procura ha di recente formalizzato una nuova accusa. Lavitola è oggi accusato anche di corruzione internazionale. Avrebbe, addirittura, corrotto il governo di Panama. In particolare, avrebbe destinato delle tangenti ad alcuni politici locali nell’ambito della realizzazione di nuove carceri. Non appena toccato il suolo italiano, una schiera di poliziotti lo ha prelevato e scortato al carcere d Poggioreale, dove sarà a disposizione dei magistrati per l’interrogatorio.
Erano presenti al suo arrivo funzionari della Digos, della Guardia di finanza di Napoli, e i carabinieri di Bari. A notificargli l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Bari sono stati i carabinieri.
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