Per il momento, le trattative sembrano bloccate. La situazione è la medesima di alcune ore fa, quando il sequestratore cinquantenne, dopo aver preso in ostaggio 15 persone all’interno dell’Agenzia delle entrate di Romano di Lombardia, nel bergamasco, ne aveva liberate 14. Una persona continua ad essere nelle sue mani. Per questo, le Teste di cuoio sarebbero in procinto di effettuare in blitz per liberare anche l’ultimo ostaggio. Si sta valutando in questi istanti se far intervenire i Gis (Gruppo d’intervento speciale) di Livorno, un reparto di uomini addestratissimi impiegati nelle operazioni più a rischio con presenza di ostaggi. Entreranno, in ogni caso, in gioco solo dopo che il magistrato di turno avrà dato l’apposita autorizzazione. Intanto, fuori dall’Agenzia, la zona è stata blindata, decine di poliziotti, carabinieri e uomini della Guardia di finanza la stanno presidiando, mentre la folla di curiosi che si era avvicinata è stata fatta allontanare. Si spera, ovviamente, che il loro intervento non sia necessario e che l’uomo, descritto in una situazione di disagio economico e familiare estremo e con dei debiti nei confronti dell’Agenzia, venga a più miti consigli. Tanto più che lui stesso ha riferito alle forze dell’ordine di non essere intenzionato a far del male a nessuno. La sua unica richiesta, infatti, è quella di parlare con la stampa per denunciare le sue condizioni. Il sequestratore ha, inoltre, dichiarato che se le sue richieste non saranno esaudite, si toglierà la vita.
In ogni caso, attualmente l’ostaggio sta bene. La sua compagna ha fatto sapere di essere venuta a conoscenza della vicenda per caso, mentre si trovava all’interno di una tabaccheria. A quel punto è corsa a vedere cosa stava succedendo. Si è informata sul suo stato di salute inviandogli un sms. L’uomo, un 56enne di nome Carmine Mormandi, da 30 anni impiegato presso l’Agenzia delle Entrate, le ha risposto un semplice “sto bene”. Secondo altre fonti, tuttavia, il 50enne avrebbe addirittura permesso la suo ostaggio di parlare a telefono con la compagna per una trentina di secondi. Anche tutti gli altri ostaggi sono usciti dall’Agenzia illesi e non necessitano di cure mediche. Gli spari che erano stati uditi in un primo momento, infatti, erano stati indirizzati, dall’uomo, al momento di fare irruzione, in aria, contro il soffitto.
Gli scoppi avevano provocato la fuga dei clienti. La prima a fuggire, tuttavia, era sta una donna di 34 anni che abita al piano sopra l’Agenzia, collocata a piano terra. La donna era scappata all’esterno portando con sé il figlio di soli due anni.