Claudio Borgarelli, nipote e presunto assassino di Albano Crocco ha trascorso la sua prima notte in carcere con l’accusa di omicidio aggravato e premeditato. Secondo quanto trapelato dall’agenzia di stampa Ansa, il prossimo lunedì sarà sottoposto ad interrogatorio, mentre al momento l’uomo arrestato si trova in isolamento nel carcere di Marassi. Pur essendo molto provato e poco lucido, Claudio Borgarelli si sarebbe detto ancora una volta del tutto estraneo al terribile delitto dello zio Albano Crocco. Il pm ed il carabinieri di Genova, tuttavia, non avrebbero alcun dubbio sulla colpevolezza dell’infermiere. A detta di molti testimoni, l’uomo e presunto assassino non voleva che nessuno estraneo passasse in auto o in moto nel sentiero di sua proprietà e per questo aveva messo dei paletti per permettere solo il passaggio a piedi. L’uomo avrebbe detto anche alcune bugie relativamente ai suoi spostamenti in riferimento alla spazzatura che Borgarelli aveva detto di aver gettato in punto piuttosto che in un altro.
La svolta nel giallo di Albano Crocco, il pensionato decapitato nei boschi di Lumarzo lo scorso 11 ottobre è giunta ieri, in seguito all’arresto del nipote Claudio Borgarelli, unico indagato a piede libero e principale sospettato. L’uomo sarebbe stato incastrato, tra gli altri indizi, in modo particolare da alcune intercettazioni ambientali che sono apparse agli inquirenti come delle vere e proprie confessioni. La notizia ha inevitabilmente sconvolto amici e parenti dell’uomo ucciso. A commentare la svolta è stato anche un cugino del presunto assassino di Albano Crocco, Carletto Crocco, il quale al quotidiano Secolo d’Italia ha commentato: “Non so cosa dire, qui siano scioccati, Claudio è sempre stato un bravo ragazzo, lo abbiamo aiutato tutti per fargli dare quella casa dal nonno e a fare i lavori. Ma da quando è andato a vivere in quella villetta era cambiato. Vedeva nemici ovunque e si sentiva il padrone di quel sentiero e del bosco vicino”. Secondo gli inquirenti, l’omicidio premeditato del pensionato 68enne sarebbe stato scaturito da un sentiero conteso, di proprietà di Borgarelli e spesso percorso dalla vittima. “Litigava con tutti, di recente aveva chiamato la forestale anche per il transito di alcuni ragazzi con le moto da trial, ma prima Claudio non era così”, ha aggiunto il cugino ancora incredulo al punto da sollevare il dubbio: “Ma se l’assassino non fosse Claudio? Qui ancora non siamo tranquilli. Aspettiamo di sapere di più prima di potere considerare chiusa questa terribile storia”, ha chiosato.
Sarebbe giunto alle battute finali il giallo sul delitto di Albano Crocco, l’ex infermiere 68enne con la passione per i funghi, scomparso misteriosamente lo scorso 11 ottobre e ritrovato senza vita nei boschi di Lumarzo. L’uomo era stato rinvenuto decapitato e l’autopsia aveva aggiunto altri particolari shock, rivelando come prima fosse stato colpito da alcuni colpi di fucile alla nuca e successivamente, quando era ancora vivo, sarebbe stato privato della testa, la quale ancora non si trova. Per il delitto cruento di Albano Crocco, a distanza di neppure 24 ore era stato indagato il nipote Claudio Borgarelli, da subito ritenuto il maggiore sospettato anche alla luce dei precedenti screzi avuti con lo zio. L’uomo non si era tirato indietro di fronte alle domande degli inquirenti, dichiarandosi sempre innocente. In suo favore erano stati registrati i risultati negativi della stub che non aveva evidenziato polvere da sparo su mani e abiti, così come gli esiti negativi dei sopralluoghi avvenuti nella sua abitazione, dove però gli inquirenti avevano sparso per le varie stanze numerose cimici. E proprio grazie alle intercettazioni ambientali, come riporta il quotidiano Il Secolo XVI, che il nipote di Albano Crocco sarebbe stato incastrato alle sue responsabilità. Da ieri, dunque, Claudio Borgarelli è in arresto per il delitto dello zio 68enne. L’accusa è di omicidio aggravato e premeditato e occultamento e sottrazione di cadavere. Il pm Silvio Franz che si è occupato sin dall’inizio del giallo di Lumarzo, ha non solo riconosciuto la premeditazione ma anche i futili motivi. Ma ciò che avrebbe portato a chiudere il cerchio sarebbe stata proprio una delle tante intercettazioni ambientali, nella quale Borgarelli, parlando da solo a voce alta avrebbe detto: “È anche giusto collaborare (alle indagini, ndr), tanto l’ho ammazzato”. Per gli inquirenti questa è stata una sorta di confessione. Tra gli altri indizi contro l’uomo, anche le immagini dei video delle telecamere della zona che riprenderebbero il nipote di Albano Crocco uscire di casa con un sacco della spazzatura in mano. Il sacco potrebbe contenere la testa del povero pensionato? Nonostante le ricerche, infatti, la parte del corpo non sarebbe ancora stata trovata.