SANTI CIRILLO E METODIO/ Santo del giorno, il 14 febbraio si celebrano i santi Cirillo e Metodio
Santi Cirillo e Metodio sono due fratelli che vengono celebrati nella giornata di oggi, domenica 14 febbraio, dalla chiesa cattolica. Si hanno poche notizie sulla loro vita. La loro storia

Nella religione cattolica esistono casi di fratelli canonizzati entrambi e festeggiati lo stesso giorno: una di queste circostanze riguardano i fratelli San Cirillo (nato come Costantino) e San Metodio, entrambi evangelizzatori del IX secolo dei popoli slavi della Pannonia e della Moravia. Nati entrambi nella città di Tessalonica, oggi Salonicco e all’epoca facente parte dell’Impero Bizantino, sono venerati come santi anche dalla Chiesa ortodossa e sono ricordati come gli inventori dell’alfabeto glagolitico, detto appunto cirillico o russo. San Metodio nacque nell’815 o nell’825, mentre il fratello nell’826 o nell’827: si sa con certezza che Costantino era l’ultimo di sette fratelli. Si hanno poche notizie sulla loro vita a causa della scarsità di fonti, perciò sono molte le leggende che li riguardano. Il padre era il governatore della città dove era presente una forte componente slava: per questo i due fratelli conoscevano la lingua. Costantino era un giovane assetato di sapienza e si trasferì a Costantinopoli per studiare filosofia e teologia: ordinato sacerdote della Basilica di Santa Sofia, ebbe Fozio come precettore. Parlava numerose lingue, studiò astronomia, retorica e geometria e accompagnò il suo maestro in incarichi diplomatici in tutto l’Oriente. Fozio divenne patriarca di Costantinopoli nell’858 e in quell’epoca la Chiesa bizantina iniziò le missioni evangeliche presso gli Slavi per contrastare l’azione della Chiesa latina nel territorio. Di conseguenza, Costantino e San Metodio, che aveva seguito il fratello a Costantinopoli, furono inviati in Pannonia per evangelizzare quella popolazione. Successivamente furono mandati a evangelizzare la Grande Moravia e qui Costantino inventò un nuovo alfabeto per tradurre passi del Vangelo di Giovanni. In quegli anni lo scontro tra la Chiesa bizantina e quella latina per il controllo dei nuovi territori evangelizzati crebbe, così Costantino e San Metodio arrivarono a Roma per discutere della nuova lingua slava con Papa Niccolò I, portando con loro le reliquie del Santo e Papa Clemente I. Fu lo stesso Niccolò I a consacrare prete San Metodio e fu deciso di approvare la Bibbia tradotta in slavo se la sua lettura fosse stata preceduta da quella degli stessi brani in latino. Qui Costantino, ormai malato, prese l’abito monacale e il nome di San Cirillo: fu sepolto nella Basilica di San Clemente. Ordinato vescovo di Sirmio (oggi Sremska Mitrovica), San Metodio tornò in Moravia ma qui i suoi discepoli cominciarono a essere perseguitati come eretici. Incarcerato in Baviera per due anni, morì nell’885 a Velehrad.
I Santi Cirillo e Metodio sono festeggiati il 14 febbraio: la maggior parte dei loro fedeli si trovano in Slovenia, Repubblica Ceca, Russia, Macedonia, Slovacchia e Croazia, tuttavia il loro culto è molto sentito anche nella Parrocchia dei Santi Cirillo e Metodio a Roma. La chiesa si trova in Via dell’Osteria del Dragoncello e vede la solenne celebrazione della festa patronale il 14 febbraio. Nel 2016 la data coincide con la prima domenica di Quaresima. Vi sono tre Sante Messe, alle 9, alle 11 e alle 18, inframezzate dal laboratorio teatrale e dalla festa con spettacolo del pomeriggio.
I Santi Cirillo e Metodiosono i copatroni d’Europa come San Benedetto da Norcia Abate: la loro proclamazione avvenne attraverso la lettera apostolica Egregiae virtutis di Giovanni Paolo II nel 1980. I due fratelli sono anche i patroni di tutti i popoli slavi e, in particolare, di Macedonia, Moravia, Russia, Bulgaria, Macedonia e Repubblica Ceca.
Il 14 febbraio, oltre ai Santi Cirillo e Metodio, si festeggiano anche numerosi altri santi e beati: il più noto è il vescovo e martire San Valentino, il famosissimo protettore degli innamorati. Altri santi della Chiesa romana sono la martire Santa Fortunata di Roma, il vescovo San Nostriano di Napoli e la reclusa e penitente Sant’Alessandra d’Egitto. Infine sono ricordate come vittime della carità i Beati venti Mercedari di Palermo.
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