Il 1905 rappresenta un anno determinante non solo nella vita di Nettie Stevens, ma anche nella storia della biologia e della determinazione ereditaria del sesso: infatti studiando al microscopio lo scarabeo della farina e le sue cellule sessuali, la ricercatrice aveva identificato i cromosomi X e Y e le loro associazioni. Aveva quindi scoperto che nei maschi erano presenti i cromosomi XY e nelle femmine quelli XX e che quindi questi erano responsabili delle differenze di sesso e di attributi fisici negli esemplari. La ricerca “Studies in spermatogenesis with especial reference to the accessory chromosome” fu pubblicata dal Carnegie Institution, che lo giudicò un ottimo lavoro. Le scoperte di Nettie fornirono le basi del lavoro con cui Morgan vinse nel 1933 il Nobel per la genetica. Costretta a dividersi tra ricerca e insegnamento, scoprì di avere un cancro al seno che la portò alla morte a Baltimora, al Johns Hopkins Hospital, il 4 maggio 1912; è seppellita a Westfield. Inserita nel National Women’s Hall of Fall, è stata considerata anche in vita una ricercatrice il cui lavoro univa indipendenza e grandi capacità. Per questo il 7 luglio viene ricordato come ricorrenza in quanto 155° anniversario della sua nascita.
In occasione del 155esimo anno dalla sua nascita, Google e il mondo della scienza ricordano il contributo dato da Nettie Stevens, una genetista che a cavallo fra ‘800 e ‘900 scoprì il collegamento esistente fra il sesso degli individui e il codice genetico. La Stivens, infatti, in un’epoca in cui alle donne non era concesso proseguire nel completamento degli studi, si dedicò totalmente alla ricerca scientifica frequentando uno dei pochi college in quegli anni aperto anche alle donne. Lo scienziato scoprì che una coppia di cromosomi determina il sesso individui: XY per il maschio e XX per la femmina. E come donna, subì pesantemente il pensiero comune del periodo. Per molto tempo, infatti, da come si legge su focus.it, fu un uomo a prendere i meriti della sua ricerca, Thomas Hunt Morgan, al quale la stessa Stevens aveva inviato le sue ricerche tempo prima. Nasce proprio da qui il cosiddetto “effetto Matilda”, cioè l’atteggiamento che tende a minimizzare i risultati scientifici raggiunti da una donna.
Per Nettie Stevens il proseguimento degli studi raggiunta la maturità, avvenne quasi per forza di cose al Bryn Mawr College: si trattava di un istituto fondato dai quaccheri vicino alla città di Philadelphia, dove anche le donne erano ammesse al dottorato. Il suo mentore fu il professore Joseph Weatherland Warren: fu lui a seguirla nello studio della rigenerazione cellulare. In tre anni Nettie Stevens pubblicò nove studi sui protozoi (due dei quali sulla rigenerazione degli organismi), usando anche il materiale che Morgan aveva raccolto a Napoli durante il suo soggiorno alla Stazione zoologica Anton Dohrn. Dopo essere stata candidata a numerosi premi e borse di studio, la genetista decise si sfruttarne una per studiare nella stessa stazione zoologica napoletana per il corso di studi dal 1901 al 1902: il percorso era incentrato sulla divisione cellulare e sui cromosomi. Successivamente studiò con il professore Theodor Boveri al Zoological Institute di Wurzburg e insieme indagarono sull’ereditarietà, sulla fecondazione e sul comportamento dei cromosomi. Nettie Stevens conseguì l’anno successivo il Ph.D al Bryn Mawr College e rimase a insegnare all’istituto per tutto il resto della sua vita. Risale al 1905 il conferimento del premio Ellen Richards Research Prize e 1000 dollari per la pubblicazione de “A study of the germ cells of Aphis roae and Aphis oenotheae”, cioè una ricerca sul comportamento degli afidi. Il riconoscimento era stato istituito dell’Association to Aid Scientific Research by Women e aveva l’obiettivo di aiutare le donne a mettere a punto e proseguire le ricerche scientifiche.
Per come Nettie Stevens teneva alla differenza e peculiare valore di ogni singolo individuo nei suoi tratti di maschio e femmina, un titolo così probabilmente lo avrebbe apprezzato: al bando ogni qualsiasi differenza di genere o peggio maschilismo /femminismo. Ma la semplice constatazione genetica che l’uomo e la donna sono differenti e che questo fatto non è un danno ma un valore assoluto della scienza e dell’evoluzione; lei aiutò la scoperta scientifica sui cromosomi genetici che differenziano donne e uomini e si dimostrò in grado di aprire una “immaginaria” linea di grandi pioniere della storia scientifica. Molte sono state infatti le donne scienziate che, specie all’epoca quando la donna al lavoro era vista con sospetto, seguendo il solo lasciato da Nettie Stevens si imposero all’attenzione. Da Rosalind Franklin, chimica e fisica britannica che a metà anni Quaranta effettuò una prima immagine ai raggi X del dna. Come per la Stevens, anche Rosalind “vide” continuare la sua scoperta da Watson e Crick, due uomini, che così misero a frutto la vera struttura del Dna, un po’ come Morgan nei confronti di Nettie Stevens. Ci mettiamo dentro anche Ruth Sager che diede forse il contributo più importante di tutte alla genetica scoprendo come il Dna si può trovare anche all’esterno del nucleo cellulare, il cosiddetto Dna extracromosomiale.
Ha fatto una scoperta rivoluzionaria Nettie Stevens, la genetista e microbiologa americana che ha capito la differenza tra i cromosomi X e Y e quindi tra uomo e donna. Ma come funzionano i cromosomi? Nelle femmine dei due cromosomi X ne funziona solo uno: se fossero entrambi attivi infatti conterrebbero troppi geni e questo sarebbe un rischio per la sopravvivenza. L’organismo femminile dunque, in ogni cellula, ‘spegne’ uno dei due cromosomi. Questo fenomeno è definito dell’inattivazione, come spiega Focus.it: “avviene nella seconda settimana di vita embrionale: in alcune cellule resta attivo il cromosoma X ereditato dal padre, in altre quello ereditato dalla madre. I ricercatori ignorano che cosa guidi la cellula nella scelta del cromosoma da inattivare, ma una volta che la decisione è presa, è presa per sempre. Per esempio, le cellule che deriveranno da quelle in cui è stato inattivato l’X paterno, avranno attivo sempre e solo il cromosoma materno. Le donne, quindi, sono in realtà un mosaico di cellule in cui funziona o l’X ereditato dal padre o quello ereditato dalla madre”.
Emma e Nettie Stevens, si distinsero immediatamente per l’attitudine allo studio: infatti Nettie frequentò la Westfield Normal School del Massachussetts (ora il nome è Westfield State University) dove terminò il corso canonico di quattro anni in soli due e risultando la migliore laureata di tutta l’intera classe. A questo punto si iscrisse alla Westford Academy, dalla quale uscì con il massimo dei voti nel 1880, traguardo assolutamente notevole per una donna a quei tempi. Altrettanto straordinaria e fuori dal comune fu la sua decisione di dedicarsi all’insegnamento della zoologia e della fisiologia nella città di Lebanon nello Stato del New Hampshire. Successivamente entrò a far parte del corpo insegnanti di un college privato del Massachusetts, la Howe School di Billerica, e quindi del personale della biblioteca di Westford. Risale al 1895 il trasferimento di Nettie Stevens sulla costa occidentale per frequentare l’Università di Stanford, già all’epoca uno degli istituti più importanti per quanto riguarda il settore scientifico e della ricerca. Nel 1899 conseguì il BA e quell’anno anche il padre e la sorella si trasferirono nella regione, per la precisione in una fattoria di Mountain View a pochi chilometri dell’università (sì, proprio il luogo dove è nato Google di cui oggi tra l’altro viene celebra Nettie Stevens con un doodle). Anche Nettie andò ad abitare lì mentre frequentava il master sempre alla Stanford: in quel periodo intrecciò relazioni di studio molto proficue con i docenti Frank Mace McFarland e Oliver Peebles Jenkins. Dal 1897 al 1900 trascorse le estati studiando biologia marina a Pacific Grove (alla Hopkins Marine Station, la stazione marina della Stanford), al Cold Spring Harbor Laboratory di New York e al laboratorio marino di Harpswell. Il master fu conseguito nel 1900 e la tesi “Studies on Ciliate Infusoria” fu pubblicato.
Nella storia di Nettie Stevens, il genetista-mentore-rivale della straordinaria scienziata americana ha avuto un ruolo comunque decisivo: sotto vari ambiti, Thomas Morgan è segnato nella storia scientifica e personale di Nettie Stevens. Le ha insegnato tutto, ma a fine carriera le ha anche detto che “era poco più di un tecnico”, prendendosi alcune grandi scoperte, come quella sui cromosomi che ha cambiato per sempre la storia della scienza e della genetica. Lui ha preso il Premio Nobel, lei no, basterebbe questo per sapere la difficile convivenza tra i due: prese il Nobel alla medicina essendo stato tra i pionieri dell’embiologia tramite l’incedibile studio sulle drosofile melanogaster, ovvero le simpatiche mosche della frutta. Con quei “moscerini” Morgan e Nettie scoprirono la localizzazione e l’ordinamento lineare dei geni nei cromosomi, dimostrando la capacità di dar luogo a mutazioni e gettando in tal modo le basi della teoria cromosomica della ereditarietà. Una carriera importante, che pose un collegamento tra Mendel, Darwin e la contemporaneità: Nettie Stevens verrà ricordata tra questi nomi, forse oggi, grazie al doodle di Google, lo sarà maggiormente.
Nettie Maria Stevens è stata una microbiologa e una genetista statunitense, i cui lavori furono fondamentali per determinare la determinazione del sesso per via cromosomica. Ormai questo lo abbiamo appurato, ma dove viene fuori un personaggio così particolare e che così poco purtroppo ricordato nel mondo scientifico? Nata il 7 luglio 1861 nello Stato del Vermont nella città di Cavendish, era figlia di Ephriam Stevens. I suoi antenati erano nati nella contea inglese di Essex (per la precisione da Chelmsford) e nella prima metà del Seicento emigrarono nelle Americhe. Dopo un primo trasferimento a Boston, si stabilirono definitivamente nello Stato del Massachusetts: la cosa strana è che anche la nuova città di residenza si chiamava Chelmsford. Cinque generazioni più tardi nacque il 24 marzo 1833 il padre di Nettie, Ephraim, che da adulto intraprese la professione di falegname. Il matrimonio con Julia Adams portò al trasferimento della famiglia nella città di origine della donna, Cavendish appunto. I fratelli maggiori di Nettie morirono nell’infanzia, prima ancora che lei nascesse. Due anni dopo la nascita di Nettie nacque Emma Julia, ma nel 1865 morì la madre. A questo punto Ephriam Stevens si sposò di nuovo con Ellen C. Thompson e la famiglia andò a vivere nella città di Westford, dove condussero un’esistenza abbastanza agiata.
Non sono solo gli uomini a possedere i cromosomi X e Y, le cui differenze sono state scoperte da Nettie Stevens, genetista e microbiologa americana di cui ricorre oggi il 155esimo anniversario della nascita. I cromosomi sessuali X e Y sono posseduti anche da tutti gli animali vertebrati e da molti invertebrati anche se con qualche differenza. Come si legge su Focus.it, “uccelli, farfalle, alcuni pesci, anfibi e rettili hanno i cromosomi sessuali invertiti: quelli dei maschi sono tra loro identici, quelli delle femmine diversi. Anziché X e Y, vengono chiamati Z e W (gli ZZ sono maschi, gli ZW femmine), ma si comportano in tutto e per tutto come i cromosomi sessuali umani”. Per quanto riguarda gli insetti “nella maggior parte i cromosomi sessuali esistono, ma solo X determina il sesso dell’individuo” e “in alcune specie, come la cavalletta, invece Y manca del tutto”.
La scienza non può che ringraziare Nettie Stevens: la biologa e genetista americana ha scoperto di fatto la differenza sessuale tra uomo e donna dal punto di vista genetico, anche se forse non ha raccolto quanto doveva. Al netto di tutto, vedere come ha scoperto tutto ciò è davvero interessante e quasi “mirabolante”: a partire dal 1904 insieme al biologo-amico-rivale-avversario Thomas Morgan, nonché suo docente, avevano studiato per prima il processo dei cromosomi nella riproduzione degli afidi, dei simpatici insetti conosciuti anche con l nome di pidocchi delle piante. Ma non solo scoprì qui che alcune specie avevano i cromosomi diversi tra maschi e femmine, ma andò avanti a studiare e in pratica riconobbe il medesimo comportamento anche nel verme della farina. Le differenze osservabili nei cromosomi si potevano collegare a differenze da attributi fisici, ovvero il “sesso” degli esemplari, Dai pidocchi al verme della farina, dal moscerino della frutta fino all’essere umano: la natura sa essere assai divertente, e dovunque si poté riconoscere la differenza strutturale e preziosa tra maschio e femmina. Il mondo è davvero “piccolo”.
Nettie Stevens, la grande genetista “dimentica” oggi viene almeno celebrata con un bel doodle e con il mondo intero che così può riscoprire il valore di questa scienziata malamente dimenticata. La sua scoperta del cromosoma Y ha cambiato la geografia scientifica forse per sempre, e pensate che parte di tutto questo lo deve a Napoli… proprio così, visto che prima studiò le scoperte del suo collega Morgan e poi si recò direttamente alla Stazione zoologica Anton Dorn di Napoli, ovvero un’immensa stazione scientifica situata nel quartiere Chiaia. In questa sede meravigliosa fondata a fine Ottocentro, oltre ad essere presente l’acquario già antico d’Europa, prima Morgan e poi anche Nettie Stevens studiarono elementi fondamentali su animali e insetti per poter arrivare alla grande scoperta del cromosoma Y. Molto si deve infatti alle scoperte sul moscerino da frutta (il celebre Drosophila Melanogaster) che poi venne studiato – con qualche documento anche trafugato – dal dottor Morgan che arrivò addirittura al Nobel, mentre per Nettie Stevens ci fu una cocente delusione per non ottenere grande riconoscimento per i suoi studi altrettanto importanti. E a Napoli siamo certi che per consolarsi di questo, non solo avrà avuto a che fare con il pur “splendido” moscerino da frutta: magari la sera, affranta, una bella pizza ante-guerra se la sarà fatta. “Simme Napule Paesa’’”…
La genetista e microbiologa americana Nettie Stevens, che scoprì la differenza tra i cromosomi sessuali, morì precocemente a soli 51 anni, a Baltimora il 4 maggio 1912 a causa di un cancro al seno. Era nata il 7 luglio 1861 a Cavendish, in Vermont: e proprio oggi Google le dedica il suo Doodle in occasione del 155esimo anniversario dalla sua nascita. Nettie Stevens scoprì il cromosoma Y nel verme della farina, dopo aver capito, studiando gli insetti, che in alcune specie i cromosomi erano differenti tra i due sessi. La genetista riconobbe che le differenze che erano osservabili nei cromosomi potevano essere collegate a differenze degli attributi fisici. Proprio sulle differenze cromosomiche Nettie Stevens arrivò alle stesse scoperte del collega Edmund Beecher Wilson: anche se le ricerche risalgono allo stesso periodo sono state indipendenti. Nel 1994 Nettie Stevens è stata inserita nella National Women’s Hall of Fame.
Non è stato semplice il rapporto di Nettie Stevens con l’altro sesso: un paradosso incredibile per la studiosa che ha certificato come la presenza o l’assenza del cromosoma Y, tipicamente maschile, sia fondamentale nel determinare il genere del futuro nascituro. Eppure, oltre ad aver subito i contraccolpi del cosiddetto “effetto Matilda”, ovvero la sistematica sottovalutazione dei risultati raggiunti in quanto donna, la Stevens non ha ottenuto il riconoscimento dovuto neanche da quel Thomas Hunt Morgan che qualche anno dopo la morte di Nettie venne premiato con il Nobel sviluppando le intuizioni della genetista di Cavendish. Lo studioso americano, che pure scrisse un ampio necrologio in memoria della Stevens sulla rivista Science, come riporta Wikipedia, riteneva la collega un semplice tecnico più che una scienziata:”Miss Stevens aveva una parte in una scoperta importante, e il suo lavoro sarà ricordato per questo, quando le minuzie delle indagini dettagliate che lei ha effettuato saranno incorporate nel corpo generale della ricerca”. Peccato che lo stesso Thomas Hunt Morgan si sia appropriato di intuizioni e scoperte che portano l’inequivocabile firma di Nettie Stevens, genetista donna che ha pagato caro l’esser nata senza il cromosoma Y.
Nettie Stevens, la grande genetista americana nata 155 anni fa, fu tra i primi a capire e studiare la differenza cromosomica e genetica tra uomo e donna, quel fattore “y” che diede una svolta impressionante alla scienza dell’epoca e per tutta la nostra contemporaneità. A Nettie Stevens si deve in sostanza la scoperta, lato scientifico, della differenza sessuale, tanto discussa ma anche tanto preziosa per l’evoluzione della specie e per la grandezza del valore di uomo e donna, distinto e così in maniera affascinante in grado di valorizzare la singola persona per ogni sua possibile caratteristica. Una sfida affascinante che anni dopo, precisamente nel 1996, ovvero 20 anni fa, un altro lato della scienza provò a contestare. Siamo impazziti? Non tanto, con la clorazione storica del primo esemplare animale, ovvero la pecora Dolly di cui il 5 luglio si è festeggiato il ventennio, si è tentato un passo avanti gigantesco della scienza umana: con la clonazione animale l’impressione era che, nel giro di qualche anno, si potesse arrivare anche a quella umana, seppur con tutto il mistero su tempistiche, modalità e soprattutto quantità infinita di problemi etici. Ma cosa c’entra Nettie Stevens con la pecora Dolly? Al netto di ogni qualità di giudizio etico sulla vicende, nette e distinte, il sogno della clonazione permane di una idea piuttosto interessante di provare a ricreare materiale nuovo, umano, da qualcosa di già esistente. Un qualcosa che replichi quello che nella realtà c’è già. Ma in questo caso non si andrebbe – ammettiamo per un attimo che la clonazione possa esser disponibile a breve – a minare proprio quel “valore” personale e per nulla banale della differenza umana tra uomo e donna? Siamo così certi che la clonazione, il replicare qualcosa di uguale, possa essere un vero passo avanti rispetto ad una “pura” differenza anche solo genetica tra ogni singolo individuo? Nettie Stevens non sappiamo cosa potrebbe pensare, ma di certo ha contribuito a rendere vivo un dibattito a livello scientifico che dura assolutamente anche oggi…
Non poteva esservi colmo più grande, per Nettie Stevens, genetista tra le prime a capire a livello cromosomico in cosa differenziano uomo e donna, di non essere insignita del Premio Nobel a causa del suo sesso. Tra i Premi Nobel negati alle donne nel corso della storia, quello della Stevens, la studiosa che rivoluzionò il modo di approcciarsi alla determinazione dei sessi, è probabilmente uno dei più clamorosi. Vissuta a cavallo tra ‘800 e ‘900, la Stevens non ebbe modo di sconfiggere il maschilismo imperante dell’epoca. Di certo la genetista non si consolò con i 1.000 dollari scaturiti dalla vittoria nel 1905 dell’Ellen Richards Research Prize, un concorso riservato soltanto alle donne per promuoverne le ricerche. Siamo convinti però, che da donna intelligente, la Stevens sarebbe stata certamente felice di sapere che i suoi studi contribuirone nel 1933 all’assegnazione del Premio Nobel per la Medicina nel 1933 a Thomas Hunt Morgan. Più di questo, per l’epoca, non avrebbe potuto chiedere…
Nettie Stevens, genetista e microbiologa americana, nota ai più per essere stata tra le prime a descrivere la base cromosomica del sesso, viene ricordata oggi, giovedì 7 luglio 2016, con il doodle di Google a lei dedicato in occasione del 155esimo anniversario dalla sua nascita. Nata a Cavendish nel 1861, la Stevens si laureò al Bryn Mawr College nel 1903 e proprio all’interno dell’ateneo, studiando la suddivisione cellulare in alcuni insetti, si rese conto che i cromosomi differivano tra i due sessi. La Stevens, per la prima volta nella storia, notò che la differenza a livello cromosomico poteva così corrispondere a differenze legate al genere della specie sotto esame. La genetista, sviluppò la sua teoria prendendo le mosse dalle ipotesi formulate precedentemente da Edmund Beecher Wilson e Thomas Hunt Morgan ed è dalla sua scoperta che scaturì il sistema della determinazione dei sessi basata sui cromosomi XY insegnato tuttora nelle aule di tutto il mondo. Nettie Stevens morì per un aggressivo cancro al seno all’età di 51 anni, ma i suoi studi e le sue scoperte risultano immortali.