BOMBA SOTTOPELLE/ Una ragazza quasi impazzisce dopo l’impianto contraccettivo: si era perso nel suo corpo…

- Paolo Vites

Metodi anti concezionali di tutti i tipi, anche farsi impiantare un medicinale sotto pelle. Ma i risultati possono dimostrarsi disastrosi, ecco cosa può capitare

ospedale_pixabay Immagine di repertorio (Pixabay)

Tra gli innumerevoli metodi contraccettivi ce ne è anche uno non molto praticato almeno in Italia, ma in uso dalla metà degli anni 80, ma andato quasi in disuso sembra perché le donne non sono rimaste soddisfatte dei risultati tanto che ci furono diverse cause ai danni dei produttori dell’arnese. E’ un metodo molto particolare e bizzarro: si tratta dell’impianto contraccettivo sottocutaneo. Si applica più o meno sotto l’avambraccio infilando un sottile ago nella pelle al suo interno. Quale la particolarità? L’ultima generazione, il Nexplanon, contiene il progestinico etonogestrel che fornisce una contraccezione a lungo termine della durata di almeno tre anni dopo di che se lo si vuole se ne può impiantare un altro. Secondo ricerche mediche è oggi la più efficace forma di controllo delle nascite, si inserisce in meno di un minuto e la percentuale di gravidanze sarebbe dello 0,05%. Niente più scocciature come ricordarsi la pillola tutti i giorni e via dicendo. L’importante, per chi se lo fa impiantare, è non rimanere in gravidanza.

Ma succedono cose come quella capitata a una ragazza americana che dimostrano che non tutto fila liscio come vogliono far credere i produttori dell’impianto. Kelly King, la donna che aveva optato per questo contraccettivo, lo ha “perso” e per cinque mesi nessuno è riuscito a trovarlo. La donna sin da quasi subito dopo l’impianto, soffriva di forti stati di irritazione che scatenavamo la sua rabbia. Quando si è recata a farselo togliere i medici non riuscivano a trovarlo. Come ha raccontato lei stessa, è stata obbligata a guardare senza anestesia mentre i medici letteralmente le scavano nell’avambraccio. Due ore di ricerche senza risultati: la 23enne venne mandata a casa dai medici disperati. Dopo cinque mesi di sofferenze finalmente una macchina a ultrasuoni ha individuato l’oggetto: era finito, muovendosi da solo, sotto l’ascella. Un calvario durato più di un anno, la donna si è sentita condurre alla follia, non riusciva ad alzarsi dal letto, invasa dai dolori e dalla rabbia montante senza ragione. Oggi Kelly avverte tutte le donne di non usare questo metodo, dicendo di aver ricevuto molti messaggi da altre donne che hanno subito la stessa sofferenza.





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