Femministe pro-aborto incendiano cattedrale/ Video, Argentina: le proteste di migliaia di attiviste
Femministe pro-aborto incendiano cattedrale, succede in Argentina: folto gruppo di attiviste contro i luoghi cristiani, ma i residenti locali protestano a loro volta.

Nei giorni scorsi l’Argentina è stata travolta da un’ondata di proteste da parte di migliaia di femministe convinte che hanno preso di mira in particolare chiese e statue cristiane. Ad avere la peggio è stata la cattedrale di Resistencia, città al Nord del Paese, presa letteralmente d’assalto da una folla di migliaia di donne che si sono accanite contro l’edificio sacro, tentando di appiccare il fuoco e danneggiandolo con vernice e pietre. A far vedere le clamorose immagini sono stati i media locali, ma anche il portale Life Site ha ripercorso le tappe all’insegna della violenza messa in atto da donne che la stampa argentina definisce “ultra femministe” o “femmi-nazi”. Oltre a dare alle fiamme la porta della cattedrale, le attiviste avrebbero danneggiato anche la statua della Beata Vergine Maria che si trova di fronte all’edificio. In tante indossavano delle maschere, altre invece erano in topless con degli slogan scritti sul petto. Ma nel mirino delle femministe sarebbero finiti anche altri edifici tra cui alcune scuole e monumenti della città, come la statua di una figura storica argentina. A fare da contorno, graffiti con frasi eloquenti tutte legate alla loro battaglia pro-aborto: “Uccidi tuo padre, il tuo ragazzo e tuo fratello”, “Brucia il Papa”, “sacerdoti violentatori”, “uomini aborto”, “morte agli uomini” e “Uccidere lo stupratore”.
PROTESTA NELLA PROTESTA: RABBIA DEI RESIDENTI
Alle violenze delle femministe hanno tentato di porre rimedio, interponendosi tra i corpi delle donne, anche due uomini, assaliti però anche loro fino a quando non sono stati costretti alla resa. Quanto accaduto in Argentina è solo l’ultimo di una serie di eventi contro le chiese cattoliche da parte di attiviste che disprezzano la fede cattolica abbracciando invece l’aborto, l’omosessualità, la prostituzione legalizzata e altri comportamenti rifiutati dal cristianesimo. L’occasione che ha permesso i nuovi attacchi è stata rappresentata dal 32esimo anniversario della Giornata internazionale della donna a cui hanno preso parte 60mila attiviste marciando per le strade della città. Gli organizzatori, onde evitare attacchi a monumenti cristiani avevano deviato il percorso e la polizia aveva posto barriere intorno alla cattedrale in via preventiva ma a poco sarebbero servite, al punto che un folto gruppo di donne si sarebbe staccato dalla marcia per raggiungere il luogo sacro oggetto degli attacchi. A non aver gradito le azioni delle femministe pro-aborto anche molti residenti del posto che a loro volta hanno protestato contro le violenze: “Non vogliamo che continuino a distruggere quel poco che abbiamo. È una città così povera, e sono venuti a distruggere tutto ciò che abbiamo”.
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