IL MIGRANTE SVENTA UNA RAPINA/ “Avevo paura, ma non mi sembrava giusto non far nulla”

- Fabio Belli

John Ogah, il migrante che ha sventato una rapina a Roma. “Non sopportavo che potessero rubare soldi di altri: ora sogno un lavoro e di ricongiungermi con la mia famiglia”

rapina_pixabay_2017 Immagine di repertorio (Pixabay)

Come riportato dal Corriere della Sera, la storia di John Ogah merita una rilflessione in un momento in cui i migranti attraversano una fase di tensione sociale, non sempre benvenuti in una società priva degli strumenti giusti per accoglierli. A Piazza delle Conifere, a Centocelle, John Ogah si è reso però protagonista di un gesto di grande coraggio e civiltà, bloccando un rapinatore che stava agendo in un Supermercato, e bloccandolo fino all’arrivo dei carabinieri, che hanno prontamente arrestato il malvivente. Nonostante questo, a Ogah una signora aveva detto di andare via prima dell’arrivo dei militari, per evitare problemi coi documenti: “Volevo restare, raccontare quello che avevo visto. Anche perché ero spaventato, è vero, ma non mi andava proprio giù il fatto che quel tipo, che potrebbe anche trovarsi un lavoro e che ha soprattutto i documenti in regola, si era invece preso i soldi di altri”. E così la rapina è stata sventata, con la storia di John che è diventata di pubblico dominio.

LA DRAMMATICA FUGA DALLA NIGERIA

“Adesso il mio desiderio più grande è trovare un modo per mettermi a posto con i documenti di soggiorno. Non sono uno sbandato e nemmeno un clandestino. Ho vissuto per due anni ad Ancona, sono un richiedente asilo e ho anche un avvocato che segue la mia vicenda. A Roma invece ono arrivato sette mesi fa in cerca di un lavoro. Ma anche qui è difficile proprio perché non ho un permesso di soggiorno.” John Ogah vive nel quartiere di Tor Cervara a Roma, in un palazzo con altri stranieri, in modo dignitoso assicura lui, ma vorrebbe sicuramente trovare un lavoro che possa permettergli di trovare stabilità, con una casa e la possibilità di portare in Italia la sua famiglia. “In Nigeria ho lasciato mia moglie e mio figlio, non me la sentivo di portarli qui con me, dal mio paese sono dovuto scappare perché i terroristi mi stavano cercando, e anche dalla Libia, dove ho trascorso un periodo, non mi sentivo al sicuro.” Una storia drammatica simile a quella di tanti altri migranti, segnata da un coraggio che non è scomparso neppure di fronte a un rapinatore.







© RIPRODUZIONE RISERVATA

I commenti dei lettori