“Igor Vaclavic è a Viareggio”. Questo il contenuto di una telefonata anonima fatta al centralino del 113 per segnalare la presenza di “Igor il russo”, il killer di Budrio, alla stazione ferroviaria di Viareggio. La telefonata è stata effettuata da un uomo da una cabina stamattina. Dopo la segnalazione riguardante Norbert Feher, alias di Igor Vaclavic, sono scattate le ricerche da parte della polizia ferroviaria e degli agenti di una volante del commissariato di polizia, che però hanno dato esito negativo. Si è trattato dunque di un falso allarme. Del criminale latitante, accusato degli omicidi del barista Davide Fabbri per non essersi arreso alla rapina e della guardia giurata Valerio Verri, ancora nessuna traccia. Sull’uomo, ricercato da parte delle forze dell’ordine, pende una taglia di 50mila euro per chi lo trova. Scaduta il mese di ottobre, è stata prorogata fino al 22 gennaio 2018.
IGOR VACLAVIC, IL GIALLO DELLA BADANTE
Le segnalazioni, per ora senza fondamento, su Igor Vaclavic continuano ad arrivare alle forze dell’ordine da ogni parte d’Italia. Negli ultimi giorni si è parlato, invece, della possibilità che una donna gli abbia dato ospitalità. L’ipotesi di un possibile coinvolgimento di questa donna emerge dalle pagine dell’opposizione all’archiviazione dell’esposto dei figli di Valerio Ferri, la guardia ecologica freddata da Norbert Feher a Trava di Portomaggiore. Si tratterebbe, secondo Il Resto del Carlino, di Agata Farkasova, che faceva parte della “corte dei miracoli” che ruotava attorno alla banda di Ivan Pajdek, condannato per la morte di Tartari e per le violente rapine del 2015. Zia di Patrick Ruszo, uno dei membri del commando, è stata anche la compagna di Pajdek. Conosceva dunque molto bene Igor Vaclavic, visto che il ricercato ha militato a lungo nella banda. Secondo l’avvocato Fabio Anselmo, che assiste la famiglia Verri, “si sarebbe potuto controllare la presenza di Igor in quel posto, come è probabile che sia avvenuto, considerando che rimase ferito durante la rapina del primo aprile e necessitasse cure”. Dagli atti di indagine della procura di Bologna però emerge il monitoraggio da parte degli inquirenti di tutte le persone che gravitavano attorno a Igor Vaclavic, non rilevando alcun contatto tra di loro.