IMMACOLATA CONCEZIONE/ Il cuore senza peccato che si rivelò in una grotta

- Laura Cioni

Papa Pio IX proclamò il dogma dell'Immacolata concezione l'8 dicembre 1854. Che Maria fosse immune dal peccato originale fina dal concepimento, era una verità di fede. LAURA CIONI

caravaggio_madonna_pellegrini_1606_arte Caravaggio, Madonna dei pellegrini, particolare (1606)

“Immacolata, Vergine bella, di nostra vita tu sei la stella. Nelle tempeste deh guida il cuore di chi ti chiama stella d’amore”. Sono le parole di un omaggio a Maria che ancora resiste nelle nostre chiese e che la gente canta volentieri, perché nella sua semplicità tocca il cuore. E’ la versione popolare di un celebre testo di san Bernardo, il poeta mariano per eccellenza, che ha per ritornello “Guarda la stella, invoca Maria” e che nelle sue strofe fa riferimento proprio alle tempeste che spesso sconvolgono la vita.

Ma la festa di oggi richiama in primo luogo la grotta di Lourdes, là dove Maria rivelò il suo nome nel dialetto locale “Io sono l’Immacolata concezione” alla piccola Bernardette Soubirous, prediletta proprio perché così svantaggiata nella salute e nella stima degli altri più colti e meno umili di lei. La Madonna, madre di Gesù, ma anche sua prima allieva, dimostra anche in questa occasione il suo amore per tutti attraverso chi è piccolo. “Lasciate che i piccoli vengano a me” e Bernardette davvero venne a Lui e non lo lasciò più, anche nella vita religiosa che non aveva preventivato e in cui soffrì per l’incomprensione di alcune sorelle.

Quanto patì la piccola Bernardette, ma mai si spense nel suo cuore la luce di Massabielle, il ricordo della bella Signora che un giorno le disse il suo nome, incomprensibile per lei così incolta, ma anche per noi che crediamo di definire in termini noti il mistero che circonda la madre di Dio fin dagli inizi della sua vita.

Una preghiera della tradizione latina esprime il sentimento di fiducia nei confronti della Madonna, che preservata dal peccato originale, ne patì le conseguenze dolorose nel condividere la passione di suo Figlio e sa che cosa sia la vita degli uomini, così spesso in pena: “Vergine Santa, non dimenticare nella tua gloria, le tristezze della terra. Volgi il tuo sguardo di bontà su coloro che sono nella sofferenza, che lottano contro le difficoltà e che non finiscono mai di dissetare le loro labbra alle amarezze della vita. Abbi pietà di coloro che si amano e sono stati separati. Abbi pietà della solitudine del cuore. Abbi pietà della debolezza della nostra fede. Abbi pietà degli oggetti della nostra tenerezza. Abbi pietà di coloro che piangono, di quelli che pregano, di quelli che tremano. Dona a tutti la speranza e la pace“.

Non sarebbe saggio, in una festa così luminosa, attardarsi troppo sui nostri mali. Lo sguardo ha bisogno di sollevarsi verso il cielo. Siamo in Avvento, aspettiamo il Natale e la luce di Gesù Bambino già si intravvede nella notte buia. Perciò, insieme a san Giovanni, che ebbe Maria vicina da quando Gesù gliela affidò sotto la croce, noi possiamo dire con gioia: “Dio è luce e in lui non v’è tenebra alcuna”.





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