Si iscrive al coro dei “contrari” alla proposta del Governo (perché ormai di proposta si deve parlare, visto il dietrofront di questa mattina) anche il rettore della Sapienza di Roma, una delle facoltà di Medicina più importanti d’Italia. «Sull’ampliamento del numero di accessi alle facolta’ di Medicina siamo pronti a discutere, ma siamo assolutamente contrari alle soluzioni drastiche», è il giudizio severo di Eugenio Gaudio, raggiunto dall’Agi dopo il caso sul numero chiuso “non abolito” dalla Manovra gialloverde. Non solo, «Sull’eliminazione dei test di ingresso abbiamo grosse perplessita’, perche’ per formare un medico servono, laboratori, aule, docenti e dobbiamo garantire agli studenti una formazione adeguata», prosegue il rettore de La Sapienza, «Per sostenere la formazione di 70-75 mila studenti in Medicina – servono imponenti investimenti che non si possono realizzare da un giorno all’altro. Fino a questo momento la formazione italiana e’ riconosciuta e apprezzata in tutto il mondo, cio’ deve essere mantenuto».
ALLARME DEI MEDICI: “SI RISCHIANO MOLTI DISOCCUPATI”
Ma siamo certi che eliminare il test di ingresso delle facoltà di medicina sia la scelta giusta? Dopo l’annuncio del governo in merito a tale modifica, da più anni invocata dagli studenti, l’opinione pubblica sembrerebbe essersi spaccata quasi perfettamente a metà: da una parte chi approva tale scelta dell’esecutivo gialloverde, che ricordiamo, verrà introdotta gradualmente, dall’altra chi invece la condanna. Di questa seconda frangia sembrerebbero farne parte soprattutto gli addetti ai lavori, come spiegato dalla federazione degli ordini dei medici, la Fnomceo, che parlando ai microfoni de Il Fatto Quotidiano sottolinea il rischio dietro l’abolizione del test d’ingresso: «I giovani laureati in medicina che non entreranno nelle scuole di specializzazione si troveranno in una sorta di imbuto: non potranno accedere ai concorsi pubblici e dovranno per forza di cose cercare lavoro all’estero. Se non si aumentano le borse di specializzazione assisteremo ad una nuova fuga di cervelli all’estero». Secondo la federazione dei medici servirebbero delle correzioni in sede di specializzazione e di accesso al lavoro per evitare di creare un enorme esercito di disoccupati. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
UNA DECISIONE BOOMERANG?
Se a livello politico la decisione annunciata in Consiglio dei Ministri, ma poi prontamente smentita dai Ministri Interessati, Giulia Grillo alla Salute e Marco Bussetti all’Istruzione, circa l’abolizione del numero chiuso per l’accesso alle Facoltà di Medicina in tutta Italia ha attirato sull’esecutivo le critiche delle opposizioni che hanno messo in risalto gli annunci subito smentiti e i dietrofront sull’ennesima materia che avrebbe dovuto avere un dibattito maggiore, le varie associazioni di categoria e l’Ordine dei Medici hanno subito detto no a una riforma che, tuttavia, era comunque invocata da più parti negli ultimi anni. Infatti, ad esempio, Pierluigi Marini dell’Acoi (Associazione dei Chirurghi Ospedali), ha spiegato che pure ci si aspettava una riforma importante ma questa decisione potrebbe rivelarsi un boomerang dato che, ad esempio, potrebbe favorire la fuga all’estero dei cervelli per tutti coloro i quali non riuscirebbero a entrare nelle scuole di specializzazione. L’Ordine dei Medici Chirurghi, dal canto suo, nella persona del presidente Filippo Anelli ha chiesto già all’esecutivo di fare “un passo indietro” dato che la proposta di garantire a tutti l’accesso agli studi è sacrosanta ma “garantiamo a chi arriva a laurearsi di poter completare il suo percorso formativo, accedendo in automatico alla specializzazione”, cosa che tuttavia spiega non può essere fatta certamente “in un solo giorno”. (agg. R. G. Flore)
SALVINI, “FAVOREVOLE A QUESTA DECISIONE”
Anche il ministro degli interni, Matteo Salvini, ha voluto dire la sua in merito all’abolizione del test di ingresso nelle università italiane per la facoltà di medicina. Il vice-presidente del consiglio sembrerebbe essere convinto della bontà di tale decisione: «Io sono da sempre contrario al numero chiuso nelle facoltà scientifiche. C’è bisogno di ingegneri e medici». La novità, come hanno spiegato già alcuni esponenti del governo, a cominciare dal ministro dell’istruzione, Bussetti, avverrà gradualmente, e stando a quanto sostiene Il Fatto Quotidiano, è molto plausibile che ciò si verifichi anche perché attualmente gli atenei non dispongono delle risorse necessarie per accogliere tutti coloro che vogliono iscriversi a medicina. E’ pensabile, quindi, che l’anno prossimo il numero di studenti cresca da 10 a 15mila, per poi aumentare ulteriormente in vista del 2020. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
“DECISIONE SCELLERATA”
Non è stata accolta da tutti con il sorriso la decisione del governo di togliere il numero chiuso dai test di ingresso presso le facoltà di medicina. Bruno Zuccarelli, vicesegretario dell’associazione medici e dirigenti del servizio sanitario nazionale, ha esternato il proprio pensiero ai microfoni di Euronews, dicendo: «Non ci poteva essere scelta più scellerata. Si torna indietro di 30 anni. Noi abbiamo bisogno di più specialisti e più medici di Medicina Generale». Il medico aggiunge: «Bisognava mantenere il numero programmato e bisognava aumentare il numero di borse di studio per le specializzazioni e per i corsi triennali per la Medicina Generale». La decisione di aprire gli studi di medicina a tutti, causerà solamente dei problemi secondo il rappresentante dell’Anaao: «Si avranno richieste smisurate di iscrizioni e non penso che ci siano attrezzature adeguate per poter formare le persone che si iscriveranno alla Facoltà di Medicina e Chirurgia». L’ideale sarebbe un sistema alla francese, dove si ammettono tutti al primo anno, mentre al secondo anno passano solamente coloro che sono in linea con il numero di esami. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
PASTICCIO GOVERNO
L’annuncio, la smentita, e poi il parziale dietrofront: con uno schema che sembra abbastanza collaudato, nel giro di poche ore anche sul tema dell’abolizione del Test di Medicina per gli aspiranti medici il Governo si mostra prima ondivago per poi ritrovare una linea comune. Infatti dopo che in Consiglio dei Ministri si era parlato della possibile rivoluzione, è arrivato un comunicato congiunto da parte di Giulia Grillo e Marco Bussetti, rispettivamente titolati dei dicasteri di Salute e Istruzione, per smentire che il numero chiuso sarebbe immediatamente scomparso. Come era d’altra parte scontato capire, al di là degli annunci del Governo dato che non si tratta di una riforma da realizzare in così poco tempo e senza alcuna concertazione: i due Ministri, comunque, non hanno detto “no”, spiegando che si parla invece di un percorso graduale che intanto comincerà con l’aumentare il numero di posti disponibili negli atenei per i candidati oltre che le borse di studio, aggiungendo che questo è “un auspicio condiviso da tutte le forze di maggioranza” e che presto si darà il via a una serie di tavoli tecnici con i vari soggetti interessati per avviare il cambiamento. (agg. R. G. Flore)
“PERCORSO DA FARE CON LE UNIVERSITA'”
Con un comunicato congiunto, i Ministri Grillo e Bussetti (Sanità e Istruzione) provano a mettere una distanza, formale e non polemica, sul pasticcio nato questa mattina dopo la pubblicazione del comunicato stampa del Governo in cui si parlava di “abolizione del numero chiuso sui Test di Medicina”. «I Ministri Bussetti (Istruzione, Università e Ricerca) e Grillo (Salute) hanno chiesto, in sede di Consiglio dei Ministri, di aumentare sia gli accessi sia i contratti delle borse di studio per Medicina. È un auspicio condiviso da tutte le forze di maggioranza che il Governo intende onorare», scrivono i due ministri, non prima di sottolineare «Si tratta chiaramente di un percorso da iniziare già quest’anno per gradi. Per assicurare l’aumento dei posti disponibili e avviare un percorso condiviso, a breve sarà convocata una prima riunione con tutti i soggetti interessati, a cominciare dalla CRUI». Il “giallo” però resta visto che non si comprende come e perché sia finito in quel comunicato stampa una decisione così “roboante” senza che non vi fosse arrivati all’accordo in Consiglio dei Ministri.
DIETROFRONT DEL GOVERNO: IL PASTICCIO IN CDM
Un vero e proprio “pasticcio” sui Test di Medicina: prima la nota del CdM in cui si annuncia nella Manovra “l’abolizione del numero chiuso”, poi però – complice le forti proteste dei Ministri Grillo e Bussetti – ci ripensa e cambia idea. Non un ottimo viatico per la Manovra quanto visto in queste ore per l’abolizione del numero chiuso nei test d’Ingresso: «Si tratta di un obiettivo politico di medio periodo per il quale si avvierà un confronto tecnico con i ministeri competenti e la Crui, che potrà prevedere un percorso graduale di aumento dei posti disponibili, fino al superamento del numero chiuso», fa sapere Palazzo Chigi dopo l’ira dei titolari di Miur e Sanità. «Voglio essere sincero, a me non risulta questa cosa. Farò le dovute verifiche ma non mi risulta nulla di simile»: l’ha detto il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti commentando a margine di una conferenza stampa la notizia secondo la quale nel corso del Consiglio dei ministri di ieri sera sarebbe stato abolito il numero chiuso per la facoltà di Medicina. «Stiamo lavorando – ha poi aggiunto – per allargare il numero degli ammessi: sarà un percorso graduale, ma si farà». Al momento perciò l’abolizione del numero chiuso si farà ma non da subito: lo ripetiamo, un bel “pasticcio”..
ABOLITO NUMERO CHIUSO
Una delle novità più profonde della Manovra Economica del Governo gialloverde, escluse le parti di riforma pensioni, tasse e Reddito di Cittadinanza, è certamente l’abolizione del test d’ingresso alle Facoltà di Medicina. Una “rivoluzione copernicana” che cambia e non poco le selezioni per accedere ad una delle Università più “dure” e “lunghe” dell’ordinamento scolastico italiano: dopo le promesse nel Contratto di Governo, Lega e M5s giungono all’accordo. Gli effetti sarebbero effettivamente dirompenti, se venisse consolidata la promessa in Legge di Stabilità: quest’anno su 67mila candidati ne sono passati solo 10 mila nei duri test di selezioni che si tengono ad inizio settembre. Se invece tutti fossero stati ammessi, lo sforzo di organizzazione e strutture delle Università di Medicina sarebbe enormemente “decuplicato”: non solo, in tanti magari non partecipavano neanche ai test d’ingresso per paura di essere bocciati e di dover poi scegliere vie alternative alla Medicina per i primi anni di Università.
ADDIO TEST INGRESSO MEDICINA: MA IL MINISTERO SALUTE “NON LO SAPEVA”
«L’abolizione del numero chiuso per l’ingresso alla facoltà di Medicina», l’annuncio ieri in conferenza stampa del Premier Conte ha scosso e non poco il mondo accademico, specie perché al Ministero della Salute – riporta Repubblica – pare che nessuno sapesse della novità clamorosa, e non vogliono al momento commentare la neo-misura presente in Manovra. «Si abolisce il numero chiuso nelle Facoltà di Medicina, permettendo così a tutti di poter accedere agli studi», si legge nei punti stabiliti nel testo della Legge di Stabilità, che evidentemente non può che scatenare le prime polemiche e sorprese. «Ci aspettavamo un intervento importante del governo nel campo della formazione dei medici ma l’abolizione del numero chiuso per l’accesso alle facoltà di Medicina, senza un congruo aumento delle borse di specializzazione rischia di essere un boomerang. In giovani laureati in medicina che non entreranno nelle scuole di specializzazione dovranno per forza di cose cercare lavoro all’estero. Assisteremo ad una nuova fuga di cervelli», dice Pierluigi Marini della Acoi, associazione di chirurghi ospedalieri, raggiunto da Repubblica. Per di più, la Ministra Giulia Grillo di recente aveva parlato di “modello alla francese” che prevedeva una selezione dopo il primo anno di corso degli studi: ora però il suo stesso Governo pare averla “superata”.