Anonymous Italia torna a farsi vivo attraverso un video Youtube. La nota compagnia di hacker ha deciso di festeggiare l’anniversario della Congiura delle Polveri di Guy Fawkes, che in Inghilterra cade il 5 novembre, diffondendo una serie di informazioni sottratte a istituzioni e enti, di modo da dimostrarne la loro incapacità. Attraverso un testo preso dalla nota pellicola V per Vendetta, Anonymous Italia ha chiesto la partecipazione ai cittadini nella loro lotta contro il potere. Si tratta del primo vero attacco frontale nei confronti del governo italiano, cosa mai avvenuta prima visto che il gruppo di hacker del Belpaese si era schierata apertamente in passato contro la guerra, la corruzione e l’Isis, contro Salvini, ma mai verso l’esecutivo in maniera così esplicita.
“NELLE UNIVERSITA’ NASCE IL FUTURO”
Per denunciare la società che ha deciso di scegliere il governo Conte, Salvini, Di Maio, sono stati divulgati dei dati sensibili di gente normale, colpendo anche l’università. «Abbiamo deciso di attaccare le università – spiegano gli stessi hacker ai microfoni di Agi.it – perché lo studio e la cultura sono cose a cui teniamo molto e dovrebbero essere resi accessibili a tutti. Le università sono i luoghi dove si scrive il futuro del paese, ed è li che noi vogliamo puntare. Cerchiamo di coinvolgere quanti più giovani ed universitari possibili nelle lotte che Anonymous porta avanti da anni». Stupore ovviamente da parte degli istituti scolastici, come spiegato alla stessa Agi da parte di Marco Squarcina ed Emilio Coppa, dipendenti del Dipartimento di Ingegneria Automatica e Gestionale della Sapienza di Roma, attaccato dagli stessi hacker: «Non ha senso attaccare l’Università – spiegano – le università sono in ginocchio per mancanza di fondi e i portali, anche quelli bucati da Anonymous, sono spesso fatti nei ritagli di tempo da studenti o personale che non è specializzato nel loro sviluppo. Non mi pare un’azione costruttiva. Vorrei vedere queste persone dall’altra parte in un’università dove non ci sono i soldi per pagare i programmatori e aggiornare le macchine e il software».