Sono gli ultimi mesi in cui assisteremo alla sempre fulgida carrellata di gaffe del Presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker, anche se questa volta – al netto delle simpatie o antipatie personali – l’impressione di un ingiusto attacco alla sua persona ci sovviene. Il video che vedete qui sotto è chiaro: un minuto di baci e convenevoli scambiate con tre collaboratrici della Commissione Ue, ma soprattutto quei “capelli spettinati” da Juncker alla collega Pernilla Sjolina che lavora da anni a Bruxelles, durante l’ultimo negoziato (poi fallito) tra Londra e Bruxelles sul fronte della Brexit. Immediate le polemiche scaturite sul web ma soprattutto dalla Ministra del Lavoro (e nota esponente del pro-Brexit) inglese Amber Rudd che sfoga la sua “richiesta mediatica” di MeToo contro Juncker e le sue persistenti “gaffe” ora considerate meramente sessiste: «Va processato per molestie. Il suo comportamento nei confronti delle donne è sempre disgustoso. Un simile episodio, se fosse avvenuto nel Parlamento inglese, avrebbe portato all’accusa per molestie».
DALLA “FUMOSA” MAY AI “CAPELLI SPETTINATI”
Non solo, la Rudd confessa (solo oggi?) che nel passato ha spesso finto di avere il raffreddore in modo da non dover salutare Juncker con baci e abbracci negli incontri con la Commissione Ue: «per evitare i suoi abbracci da orso che Juncker riserva a tutti i membri della Commissione», ha spiegato nel dettaglio la Ministra femminista e pro Brexit nella sua breve invettiva contro il n.1 uscente dell’Unione Europea. Sessista e da “condannare per molestie” per aver spettinato i capelli ad una donna: ecco, questo è il frutto del MeToo (o almeno di un certo MeToo) che oggi arriva a colpire nientemeno che il gaffeur Junker per una volta non accusato di essere un “ubriacone” ma peggio, un “sessista da condannare”. Di recente la lite in diretta video con la Premier May che lo accusava di averla definita una «persona nebulosa e confusa» aveva già suscitato diverse critiche contro il politico lussemburghese definito da alcuni “violento” con il mondo femminile. Oggi la “spettinata” lo ha definitivamente innalzato sulla graticola del femminismo politicamente corretto: sarà in grado di uscirne il “buon” Juncker?