L’Antitrust ha mandato la Guardia di Finanza per effettuare ispezioni presso le sedi dei principali operatori di telefonia fissa e mobile e nella sede Assotelecomunicazioni di Roma, l’associazione confindustriale che rappresenta tutte le società del settore. Le verifiche riguardano possibili accordi non autorizzati tra gli operatori sulle tariffe, che avrebbero limitato la concorrenza, e la fatturazione mensile delle bollette telefoniche a 28 giorni. L’obiettivo del Garante è accertare se le varie società in campo abbiano sottoscritto accordi nell’ombra sulla fatturazione delle bollette, che ridiventerà mensile, e sugli aumenti tariffari. Il Codacons, come vi abbiamo riportato in basso, hanno reagito con soddisfazione alla notizia delle ispezioni, ma l’associazione che raccoglie gli operatori telefonici, si dice estranea a quelle pratiche. Assotelecomunicazioni-Asstel in una nota ha assicurato che “sta prestando la massima collaborazione alle autorità, nella consapevolezza di essere estranea a qualunque pratica anticoncorrenziale”. (agg. di Silvana Palazzo)
CODACONS, “GIUSTE LE DENUNCE”
Il Codacons ha commentato con successo l’operazione della Guardia di Finanza nelle sedi dei principali operatori telefonici: «E’ stato pienamente accolto l’esposto del Codacons che chiedeva all’Antitrust di accertare una intesa anticoncorrenza da parte della compagnie telefoniche operanti in Italia». Lo scorso 24 gennaio infatti l’associazione di consumatori diretta da Carlo Rienzi ha chiesto di aprire ufficialmente un’indagine su un presunto “cartello” messo in piedi dagli operatori di telefonia con lesiva concorrenza contro i diritti dei consumatori. «Il Codacons è stata l’unica associazione che in Italia ha presentato un esposto all’Antitrust sulla questione delle fatturazioni a 28 giorni, e finalmente le nostre denunce iniziano a dare frutti. In particolare avevamo segnalato come alcune compagnie telefoniche, a seguito del divieto di inviare bollette ogni 28 giorni, avessero comunicato ai propri clienti aumenti delle tariffe praticamente identici, circostanza che poteva rappresentare una intesa finalizzata a ridurre la concorrenza e danneggiare i consumatori», spiega il presidente Carlo Rienzi in un lungo comunicato. In definitiva, secondo Rienzi, se i principali operatori che emettono bollette applicano rincari ulteriori dopo la riforma del 2018, «l’utente non può nemmeno avvalersi del diritto di recesso, perché viene privato della possibilità di migrare verso società più convenienti». (agg. di Niccolò Magnani)
ISPEZIONI GDF CONTRO OPERATORI TELEFONICI
Sono in corso in tutta Italia ispezioni a tappeto da parte della Guardia di Finanza, su richiesta dell’Autorità garante per la concorrenza e il mercato, presso tutte le sedi dei principali operatori di telefonia, sia fissa che mobile. Come riporta Il Sole 24 ore, tali operazioni ispettive che avrebbero coinvolto anche l’Assotelecomunicazioni, sarebbero volte a confermare o smentire i sospetti di possibili intese restrittive della concorrenza in riferimento alle fatturazioni mensili delle bollette. Nello specifico, l’Antitrust potrebbe aprire un’indagine sul caso delle bollette a 28 giorni per via delle ipotesi finora avanzate, secondo le quali potrebbe esserci una regia che andrebbe a coordinare le varie società in riferimento alla durata delle fatturazioni, andando quindi a violare i diritti dei consumatori. In seguito all’iniziativa intrapresa dall’Antitrust, Massimo Dona, presidente dell’UNC (Unione Nazionale Consumatori), ha accolto con grande entusiasmo la notizia, commentando: “basta con i soprusi perpetuati dalle compagnie telefoniche”. Ad oggi sarebbero stati numerosi gli esposti presentati sulla spinosa questione delle bollette a 28 giorni e del conseguente aumento, da parte degli operatori di telefonia, delle proprie tariffe. “È ora, poi, che finalmente si rimborsino gli utenti e che le compagnie stornino quanto hanno indebitamente incassato a partire dal 23 giugno 2017”, ha chiosato Dona.
FATTURAZIONI TELEFONIA, ESULTANO LE ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI
Il sospetto dell’Antitrust, ad oggi, appare oltremodo concreto: come spiega BlitzQuotidiano, infatti, l’ipotesi è che le compagnie telefoniche abbiano sottoscritto accordi sulla fatturazione delle bollette, che diventerà nuovamente mensile, e sugli aumenti delle tariffe in proporzione all’aumento stesso del periodo considerato. Il ritorno alla fatturazione mensile era stato annunciato lo scorso 24 gennaio, sia da Tim che da Vodafone, i quali avevano anche avvertito di un aumento pari all’8,6% delle tariffe. Questo, anche secondo l’ottica di Codacons, avrebbe rappresentato “un cartello tra società per ridurre la concorrenza a tutto danno dei clienti”. A denunciare il caso all’Antitrust era stata anche l’associazione Altroconsumo che aveva chiesto il blocco degli aumenti tariffari. Le ispezioni in atto hanno riguardato anche Fastweb e WindTre. Quest’ultima, nella data dello scorso 24 ottobre a differenza degli altri operatori non aveva annunciato aumenti in vista pur lasciando intendere che si sarebbero verificati dal prossimo ottobre.