STUPRO A SORRENTO, BRANCO SU WHATSAPP: “CI SIAMO FATTI UNA NONNINA INGLESE”/ La richiesta choc della turista

- Davide Giancristofaro Alberti

Sorrento, le chat su Whatsapp del branco che ha stuprato la turista inglese: “Ci siamo fatti una nonnina”. Sul telefono i ragazzi che hanno violentato la donna si vantavano e ironizzavano

trans_abusi_donne_violenza_pixabay_2017 Immagine dal web

Secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano, ci sarebbe un particolare in più nella tristissima vicenda a Meta di Sorrento: dopo aver assunto la droga dello stupro, la turista inglese ha perso il controllo su sé stessa e ha spiegato nel dettaglio come si sentiva in quegli attimi tremendi. «Mi sembrava come se stessi vivendo un sogno, non stesse accadendo a me, mi sentiva smarrita come un bambino ed era la stessa sensazione di quando mio fratello mi veniva a prendere a Roma»: i suoi ricordi si fanno poi più nitidi quando è stata portata in un dormitorio e l’effetto delle benzodiazepine è scemato. «Era come mi stessero aspettando e a quel punto ho avuto paura e ho capito quello che mi sarebbe successo», spiega anche davanti al gip la turista 50enne. In quel momento “invoca”, a metà tra il lucido e lo sfuocato, il male minore: in preda al panico chiede infatti al suo stupratore, «only you, only you» (solo tu), per evitare di essere presa dal branco. Lui, in maniera orrenda e vigliacca, mente spudoratamente: «certo, solo io», e poi fa entrare anche tutti gli altri. (agg. di Niccolò Magnani)

“CI SIAMO FATTI LA NONNINA INGLESE”

Nuovi dettagli circa lo stupro di gruppo subito da una turista inglese in vacanza a Sorrento durante l’autunno del 2016. Dopo quasi due anni di indagini gli inquirenti hanno ricostruito la vicenda, arrestando cinque ragazzi. Le forze dell’ordine hanno utilizzato anche i telefoni degli stupratori per risalire ai responsabile, dove gli stessi si vantavano di quanto fatto la sera prima. Su WhatsApp sono infatti svariati i messaggi che i delinquenti si sono scambiati nelle ore successive il gesto ignobile, quasi tutti di scherno nei confronti della povera donna drogata con la z-drug, la cosiddetta droga dello stupro. «Ci siamo fatti una nonnina… 40/50 anni… fratè era nu patanone incredibile». Poi i violentatori usano spesso la parola tavolone, che in termine gergale napoletano indica il sesso sfrenato con una donna stesa supina su un largo letto o un tavolo.

“ABBIAMO FATTO UN TAVOLONE…”

«Agg fatt nu tavolone cu na milf», e ancora, «Fratè mi so fatto una milf ultimamente, sempre a tavolone…». Il branco si scambiava anche foto scattate durante quell’orrenda notte fra il 6 e il 7 ottobre del 2016, dove una povera donna, che tra l’altro aveva perso il marito poco tempo prima ed era in vacanza in Italia con la figlia 25enne, è stata trattata come un animale da un branco di ragazzi, alcuni anche molto giovani, tutti dipendenti presso l’hotel in cui la stessa turista alloggiava. Una violenza ideata dai due baristi dell’albergo, che hanno drogato la vacanziera, per poi violentarla in piscina. Quindi i due hanno trasportato la stessa in una sala dormitorio riservata al personale dell’albergo, dove ad aspettarla vi erano altri ragazzi che hanno abusato della stessa a ripetizione.







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