Va avanti l’indagine sui milioni in Africa e l’accusa di appropriazione indebita volta ai Conticini, con l’organizzazione Operation Usa che ha sporto denuncia nei confronti del cognato di Matteo Renzi e del fratello Luca. Unicef, ovvero la parte lesa più nota, non ha ancora denunciato i due ma c’è ancora tempo: La Verità evidenzia che la Procura non ha perso le speranze dato che non è scaduto il termine dei tre mesi scattato al momento della notifica della rogatoria di sollecito inviata dai magistrati alla sede di New York. L’organizzazione a settembre aveva affermato di non voler querelare i fratelli Conticini: il direttore di Unicef Italia Paolo Rozera spiegò che la decisione è stata presa dopo alcune settimane di approfondimenti interni. Attesi aggiornamenti nei prossimi giorni: ricordiamo che il quotidiano diretto da Belpietro è stato denunciato dai legali di Andrea Conticini per aver accostato il nome del loro cliente a quelli dei fratelli, non avendo mai «ricevuto né beneficiato di alcuna retribuzione né remunerazione da parte di Play Therapy Africa». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
QUERELA DAGLI USA PER I CONTICINI
Prima querela contro i fratelli Continicini, quindi l’inchiesta sugli oltre 6,6 milioni di dollari destinati all’assistenza di bambini africani può ripartire. L’ha presentata nei giorni scorsi la Operation Usa di Los Angeles, organizzazione no profit attraverso cui lavora la Fondazione Pulitzer, secondo quanto riportato da Repubblica. Così i pm della procura di Firenze Luca Turco e Giuseppina Mione possono andare avanti nelle indagini, almeno per il filone che riguarda i 5,5 milioni di dollari versati dalla Operation Usa tra il 2009 e il 2016 alla società Play Therapy Africa creata da Alessandro Conticini, ex funzionario Unicef e fratello maggiore di uno dei cognati dell’ex premier Matteo Renzi. L’inchiesta non corre dunque più il rischio di naufragare dopo la modifica della legge sulla procedibilità dell’appropriazione indebita introdotta dal governo Gentiloni. Ci sono altri 3,8 milioni che sono stati versati invece dall’Unicef, che per ora non ha risposto alla richiesta della procura fiorentina. Sul suo sito, a ottobre, spiegò che le somme erano «il corrispettivo di prestazioni nell’ambito di regolari contratti in diversi paesi del mondo», ma per la procura di Firenze una parte di essa è transitata sui conti personali di Alessandro Conticini e del fratello Luca, ed è stata usata per investimenti immobiliari.
SOLDI PER L’AFRICA, RIPARTE INCHIESTA SU COGNATO RENZI
L’avvocato Federico Bagattini, che difende i fratelli Conticini, respinge in pieno le accuse. «Abbiamo chiesto di essere interrogati da mesi, ma quando ci hanno mandato l’avviso i fatti contestati erano diversi da quelli richiesti per l’interrogatorio». A proposito della prima querela, ha detto a Repubblica: «Meglio così, ci piace vincere nel merito». L’inchiesta per appropriazione indebita e riciclaggio vede coinvolti i tre fratelli Alessandro, Luca e Andrea Conticini, marito della sorella di Matteo Renzi. Era ferma e destinata all’archiviazione visto che nessuna delle parti offese aveva presentato querela. Nello scorso aprile una norma del governo Gentiloni aveva cambiato la legge sull’appropriazione indebita, diventata un reato procedibile solo su querela di parte. I magistrati furono quindi costretti a fermare le indagini e a inviare, tramite rogatorie internazionali, una richiesta agli enti no profit che sarebbero stati danneggiati per chiedere loro se avessero intenzione di sporgere querela. A distanza di mesi la prima a rispondere è stata la Operation Usa. La legge anticorruzione promulgata il 10 gennaio scorso potrebbe dare nuova linfa all’indagine. Ma la procura sta aspettando la promulgazione della legge sulla Gazzetta Ufficiale per capire cosa sia cambiato.
LE ACCUSE DELLA PROCURA DI FIRENZE
La procura di Firenze, che ha affidato le indagini alla Guardia di Finanza, sostiene che la somma versata dalle diverse organizzazioni benefiche alla società dei fratelli Conticini sia stata di 10 milioni di dollari. Ma oltre 6,6 milioni per i pm sarebbero stati usati per investimenti immobiliari e per l’acquisto di quote di alcune società della famiglia Renzi o di persone a essa vicine. Un’accusa pesante che nasce da alcune segnalazioni bancarie, come riportato da Repubblica. Sui conti correnti personali di Alessandro Conticini, presso la Cassa di Risparmio di Rimini, sono transitati secondo le accuse quasi 6,6 milioni di dollari provenienti dalle donazioni, in parte usati nel 2015 per sottoscrivere un prestito obbligazionario di 798mila euro emesso da una società dell’isola di Guernsey, e in parte destinati tra il 2015 e il 2017 ad un investimento immobiliare in Portogallo per un importo di un milione e 965mila euro.