Nell’odierna puntata de La Vita in Diretta, Tiberio Timperi e Francesca Fialdini sono tonati ad occuparsi di uno dei casi di cronaca più efferati degli ultimi anni, vale a dire il femminicidio di Stefania Formicola da parte del suo ex compagno, Carmine D’Aponte. Infatti, è notizia degli ultimi giorni che la condanna all’ergastolo a lui comminata è stata confermata anche in secondo grado e a commentarla in studio c’erano non solo i genitori di Stefania ma anche l’avvocato Libera Cesino che ha ricordato come in aula D’Aponte abbia continuato ad ostentare un atteggiamento irriverente e non mostrando alcun segno di pentimento. A detta dei genitori, infatti, dopo la nuova sentenza è stata fatta giustizia e ora la figlia Stefania potrà finalmente riposare in pace: particolarmente commovente in studio è stato il momento in cui la mamma della vittima si è chiesta come mai possa accadere questo e perché certi uomini non si rassegnino alla fine di una storia d’amore. Per quanto riguarda il marito, ha rivelato come presto andrà in pensione per potersi dedicare (come richiesto dalla figlia in un tristemente profetico testamento scritto già nel 2013) ai suoi due figli, per crescerli da nonno: e in studio, quando anche lo stesso Timperi si interrompe perché mosso alle lacrime, c’è un momento di commozione generale e poi l’abbraccio liberatorio tra il conduttore e i due genitori della sfortunata donna. (agg. di R. G. Flore)
LA MAMMA DI STEFANIA, “NON E’ PENTITO”
Carmine D’Aponte è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio della moglie Stefania Formicola. L’uomo uccise la 28enne con un colpo di pistola al cuore all’alba del 19 ottobre 2016 nel comune di Sant’Antimo, in provincia di Napoli. La coppia si stava separando. D’Aponte contattò la moglie per chiederle un incontro chiarificatore, ma si presentò armato all’appuntamento e aprì il fuoco contro la moglie. Gli investigatori trovarono anche un diario in cui la donna raccontava le violenze subite dal marito e in un passaggio si appellava ai suoi genitori implorandoli di prendersi cura dei suoi due figli nel caso in cui le fosse accaduto qualcosa. Un presagio che fu ricordato anche durante l’omelia del rito funebre, celebrato nel rione don Guanella a Miano, dove Stefania Formicola era nata e cresciuta. I giudici della seconda sezione della Corte d’Assise d’Appello di Napoli nei giorni scorsi lo ha condannato nel processo di secondo grado.
STEFANIA FORMICOLA, ERGASTOLO PER MARITO CARMINE D’APONTE
La Corte d’Appello ha accolto la richiesta del sostituto procuratore generale Edoardo Cilenti, confermando così il verdetto di primo grado emesso nel febbraio dello scorso anno all’esito del giudizio abbreviato. Nel processo si erano costituiti parte civile i genitori e i figli di Stefania Formicola, nonché l’associazione Libera dalla violenza. «Giustizia è fatta», il primo commento di Luigi Formicola e della moglie Adriana dopo la sentenza. Durante il processo non sono mancati momenti di tensione. «Non ha mostrato un minimo segno di pentimento, è ancora spavaldo, così come lo era quando stava con mia figlia. Per tre volte è stato ammonito dal giudice, per i gesti irriverenti che ci ha rivolto», aveva dichiarato Adriana Esposito. Il disappunto nei confronti del genero che gli ha ucciso la figlia con un colpo di pistola al cuore. «Le condanne esemplari sono un potente strumento di prevenzione e contrasto alla violenza di genere e la giustizia nella quale crediamo si fa nelle aule processuali proprio grazie alle condanne esemplari», aveva invece dichiarato l’avvocato Cesino.