A 15 giorni dal delitto di Diva Borin, è ancora giallo su quanto accaduto nell’abitazione dell’anziana 86enne a Urago Mella, in provincia di Brescia. La donna è stata uccisa nella notte tra venerdì 1 e sabato 2 marzo, morta per strangolamento e per occlusione delle vie respiratorie. E’ quanto trapelato dall’autopsia che evidenzia come il delitto sia avvenuto intorno all’1 circa anche se non è detto che la morte sia stata immediata. Secondo gli inquirenti, come riferisce Corriere.it, il movente più probabile resta quello economico, sebbene non siano stati evidenziati segni di rapina. Intanto le indagini proseguono senza sosta senza lasciare nulla di intentato ed a tal proposito, negli ultimi giorni sono stati chiamati in procura tutti coloro che hanno avuto in qualche modo a che fare con la vittima, dagli amici ai parenti, passando per i badanti ed i semplici conoscenti. Nelle ultime ore però, una persona in particolare è stata nuovamente convocata in questura per essere a lungo risentita dagli inquirenti. Si tratta di Salvatore, il badante “tuttofare” della donna, un macellaio 37enne che lavora in un supermercato a pochi metri dall’abitazione teatro del terribile omicidio e che da qualche tempo, insieme alla moglie, dava una mano a Diva nelle faccende quotidiane. L’uomo però, come emerso, si occupava anche di almeno uno dei conti correnti. Ed è sempre lui ad aver scoperto il corpo della donna e ad aver poi allertato l’unico nipote di Diva, Christian.
OMICIDIO DIVA BORIN: BADANTE SENTITO PER ORE
Altri dettagli sono ancora al vaglio degli inquirenti. In particolare, sarebbero da rivedere con precisione orari e spostamenti ma anche lo stesso racconto di Salvatore. Il badante avrebbe spiegato di aver visto Diva Borin viva, per l’ultima volta, il giorno precedente al delitto: “Ci siamo incrociati sul pianerottolo, stava bene”. Eppure anche queste brevi dichiarazioni sono attualmente al vaglio degli investigatori poichè il racconto non troverebbe riscontri certi. Salvatore ha poi raccontato di essere stato allertato da un vicino, preoccupato per via delle tapparelle abbassate dall’abitazione della vittima, ma anche questo sarebbe da verificare. Intanto il pm ha disposto l’acquisizione dei testamenti della anziana donna e una serie di accertamenti sulle movimentazioni finanziarie recenti sui suoi conti correnti per stabilire che fine abbia fatto una buona parte dei suoi risparmi. Negli ultimi sei anni, la signora avrebbe cambiato il testamento per tre volte: nell’ultima metà del suo appartamento era andata al nipote e metà al badante. I due sarebbero stati anche i beneficiari di una polizza sulla vita di 90 mila euro con decorrenza dal 27 febbraio.