Nuove ipotesi choc sul delitto di Cogne, ad un mese dal ritorno in libertà di Annamaria Franzoni, la mamma accusata e condannata del delitto del piccolo figlioletto Samuele. A 17 anni dall’omicidio restano molteplici i dubbi e le domande ancora senza risposta. Tra queste l’arma del delitto di fatto mai trovata. Ora arriva un’indiscrezione: e se Annamaria avesse usato un blocco di ghiaccio? Il giornalista Fabrizio Peronaci, in collegamento con Pomeriggio 5, ha commentato: “Va fatta questa premessa, questa nuova ipotesi investigativa non potrà incidere sulla vicenda giudiziaria di Annamaria Franzoni, che si è chiusa con la condanna in via definitiva. E’ un fatto che ha commosso e turbato l’Italia per anni e che ha a che fare con la verità storica, da questo punto di vista il giornalismo investigativo può svolgere un ruolo importante”. Dopo la doverosa premessa, Peronaci ha citato quanto emerso da una fonte autorevole che “mi ha fatto presente che l’ipotesi che l’arma del delitto possa essere stata un blocco di ghiaccio è stata oggetto di valutazioni in passato e trova elementi di riscontro”. Il cronista ha quindi esposto le lacune ad oggi esistenti: in primo luogo l’arma del delitto non è mai stata trovata. Inoltre, si è detto che dovesse essere un oggetto tagliente, è stata cercata invano “e allora se non si trova è giusto percorrere tutte le piste e quella del blocco di ghiaccio presenta un aspetto verosimile perchè si dissolve nell’aria, è l’arma perfetta”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
NUOVE IPOTESI CHOC
Da poco più di un mese e dopo 11 anni di detenzione (5 trascorsi in carcere e 6 ai domiciliari), Annamaria Franzoni, la mamma di Cogne accusata del delitto del piccolo figlio Samuele, è tornata ad essere una donna libera. Si è parlato a lungo del suo ritorno in libertà arrivato al termine della pena ma oggi i riflettori si riaccendono nuovamente portando l’attenzione su alcuni dubbi mai realmente spazzati via, nonostante siano trascorsi 17 anni da quel terribile delitto che sconvolse il piccolo centro della Valle d’Aosta. Ora però, arriva una novità importante strettamente connessa proprio a quei dubbi ed a riferirla è il giornalista del Corriere della Sera, Fabrizio Peronaci, attraverso il suo attivissimo gruppo Facebook dedicato al giornalismo investigativo. “Il piccolo Samuele ucciso con un blocco di ghiaccio”, si legge sul gruppo, riportando un’indiscrezione choc ad un mese dal ritorno in libertà della Franzoni. Si tratta, come scrive Peronaci, di “una indicazione (ipotetica) del tutto nuova” da parte di una “fonte autorevole: ambienti investigativi rimasti sempre coperti”.
ANNAMARIA FRANZONI, POSSIBILE ARMA DEL DELITTO
Come ricordiamo, l’arma del delitto usata per uccidere il piccolo Samuele non fu mai rinvenuta nonostante la condanna a carico della mamma di Cogne, Annamaria Franzoni. Si è sempre ipotizzato un oggetto contundente insospettabile e difficile se non impossibile da sequestrare proprio come “un blocco di ghiaccio”. Fabrizio Peronaci avanza una possibile ricostruzione relativa a questo ipotetico oggetto, “usato prima per colpire a ripetizione il povero bambino di tre anni e poi, semplicemente, lasciato sciogliere, dissolvere nell’aria, sparire alla vista e a tutti gli altri sensi. Il modo più semplice per occultare un elemento decisivo di qualsiasi omicidio: l’arma”. Ad oggi si era sempre ipotizzato che la Franzoni avesse usato un attrezzo da giardino o un oggetto prelevato in casa ma non fu mai sequestrata la possibile arma. “Oggi, con l’ipotesi del ghiaccio, il giallo di Cogne potrebbe dunque fare un passo in avanti importante”, scrive Peronaci.