Il 19 marzo di 39 anni fa si stava recando a lezione Guido Galli, magistrato e professore universitario: non fece in tempo ad arrivare in aula, venne ucciso nei corridoi dell’Università Statale di Milano dai terroristi di Prima Linea. Oggi a scrivere di quel padre modello ucciso il giorno della Festa del Papà è il figlio Giuseppe, sul Corriere della Sera:”Trentanove anni fa io avevo un papà, che mi è stato sottratto il giorno della festa di tutti i papà. Avevo dodici anni. Trentanove anni sono tanti, sono una vita”. Giuseppe Galli ci tiene a sottolineare quello che definisce “l’elogio più grande”, ovvero il “comunicato dei terroristi all’indomani del suo assassinio, che lo indicavano come «riformista e garantista» e «impegnato in prima persona nella battaglia per ricostruire l’ufficio istruzione di Milano come un centro di lavoro giudiziario efficiente»?”. Guido Galli è stato però soprattutto un padre:”Eravamo cinque figli, tutti con esigenze diverse: non ricordo una sola volta in cui abbia deluso le nostre aspettative, sempre disponibile, sempre pronto ad ascoltarci. Come dimenticare le cartoline che ci inviava ogni volta che viaggiava per lavoro? «Un bacino, papà». Solo tre parole, di una tenerezza infinita”.
GUIDO GALLI, UCCISO 39 ANNI FA
Il ricordo del figlio di Guido Galli, Giuseppe, è molto toccante:”Una cosa mi ha sempre colpito di questa sua lunga assenza, lunga trentanove anni e inevitabilmente destinata a prolungarsi: la sua presenza costante in un ricordo che non sfuma mai, ma, anzi, diventa sempre più nitido e distinto nel tempo”. Giuseppe continua:”Ricordando Guido Galli: l’uomo, il magistrato, il docente», così è intitolata la Sesta Giornata sulla Giustizia. Tre dimensioni diverse, ma inscindibili, che hanno permesso a Guido Galli di diventare l’Uomo che è stato: la Famiglia, il Tribunale, l’Università. È in questi luoghi «sacri» che papà viveva quotidianamente una vita piena e ricca, che dei folli hanno interrotto sul più bello. Ma non troppo tardi, perché tanto aveva già dato: ai suoi cari, agli amici e colleghi, ai suoi studenti, al Paese. E io e i miei fratelli abbiamo avuto la grande fortuna di poterlo avere al nostro fianco tutti i giorni, purtroppo solamente fino al 19 marzo del 1980. Troppo poco, ma è bastato”. Il figlio di Guido Galli conclude:”In un’epoca dominata da egoismi e personalismi, in anni in cui chi grida di più vince, il suo lascito di rigore, competenza, sobrietà non deve cadere invano. Credo sia questo il testamento morale che ci lasciano questi «eroi normali»: vivere nel rispetto degli altri, onorando il proprio mestiere, senza mai cedere a compromessi. A tutti noi Guido Galli ha lasciato la sua «lezione», a tutti noi è toccata in sorte la sua eredità, non so se tutti siamo riusciti a farne tesoro. Quello che so è che la sua presenza è sempre viva. Lui è qui, nelle aule del Tribunale, tra gli studenti della sua Università, nelle nostre famiglie, accanto a noi, tutti i giorni. Per sempre”.