La storia di Luca Fanesi torna d’attualità. Luca è il tifoso della Sanbenedettese che il 5 novembre del 2017 rimase ferito in maniera misteriosa dopo alcuni scontri avvenuti al termine dell’incontro con il Vicenza fuori dallo stadio Menti. Ad un certo punto le due tifoserie avversarie sono venute a contatto, e Luca è stato trovato rivolto a terra dietro una camionetta della polizia: cosa è successo al tifoso della Samb? La procura, dopo un anno di indagine e migliaia di pagine redatte, ha chiesto l’archiviazione, ma la famiglia del supporters ferito chiede giustizia e vuole sapere la verità. Luca è infatti convinto di essere stato colpito alla testa, molto probabilmente con una manganellata, da alcuni uomini delle forze dell’ordine accorsi fuori dallo stadio proprio per sedare gli scontri fra le due tifoserie. «L’archiviazione è una notizia che ci fa molto male – spiega Massimiliano, il fratello della vittima, ai microfoni di “Chi l’ha visto?”, programma di Rai Tre – visto che vi sono ancora diversi aspetti su cui riflettere».
LUCA FANESI, TIFOSO SAMB FERITO: LA FAMIGLIA CHIEDE GIUSTIZIA
La famiglia di Luca punta il dito nei confronti della visita medica eseguita subito dopo il ricovero in ospedale del tifoso della Samb, apparsa un po’ troppo superficiale, e su cui si è basata di fatto l’archiviazione. «Luca non è stato nemmeno sbendato», spiega il fratello che poi si domanda come mai un teste importante non sia stato sentito dagli inquirenti; si tratta dell’operatore del Suem 118 che una volta giunto in soccorso di Luca ha chiamato la centrale operativa riferendo che “c’è un tifoso a terra che è stato manganellato dalle forze dell’ordine”. «E’ un test fondamentale – dice Massimiliano – è una telefonata confermata perché c’è una registrazione, ma quella persona non è stata ascoltata. E poi c’è la storia dei manganelli, per cui è stata chiesta la perizia per scoprire eventuali tracce di dna, ma a noi non è mai pervenuta». Luca Fanesi, dopo i colpi alla testa ricevuti, è rimasto in coma per 32 giorni, restando ricoverato negli ospedali per 5 mesi e subendo tre interventi chirurgici al cranio. Ha perso per sempre la capacità di sentire gli odori e i sapori, ed ora chiede solo giustizia.