Omicidio Katia Tondi, nuova udienza al processo che vede come unico indiziato il marito Emilio Lavoretano: la difesa punta su una pista alternativa. Il delitto della giovane madre, avvenuto a Parco Laurus di San Tammaro lo scorso 20 luglio 2013, resta un mistero e si avvicina la sentenza del processo che si sta celebrando davanti alla Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere. Come riportano i colleghi de Il Mattino, sono stati sentiti in aula alcuni teste della difesa tra cui una psicologa. Ma non solo: è stato conferito l’incarico a un medico legale per dirimere alcune differenti valutazioni dei rapporti medici agli atti delle indagini: al centro del dibattito in particolare l’orario della morte di Katia.
KATIA TONDI, LA PISTA ALTERNATIVA DELLA DIFESA DI EMILIO LAVORETANO
Il maggiore sospettato per l’omicidio di Katia Tondi è il marito Emilio Lavoretano, ex gommista imputato a piede libero, che secondo la Procura avrebbe ammazzato la compagna con le modalità dell’impeto. Uno scatto d’ira, un raptus per aver perso la pazienza per qualcosa che al momento non è ancora chiaro, come evidenzia Il Mattino. Resta un enigma anche l’arma del delitto, per il momento non rinvenuta: secondo gli investigatori dovrebbe trattarsi di un nastro di tessuto della larghezza di circa un centimetro usato come «mezzo costrittore attorno al collo» della vittima. Gli avvocati di Lavoretano sono al lavoro per smontare l’ipotesi dell’accusa ed hanno offerto una pista alternativa, già portata avanti nel corso degli ultimi mesi: una rapina sfociata con il delitto.