Cos'è successo nel Csm dopo il caso Piccirillo-Nordio-Almasri: mediazione di Pinelli per evitare lo scioglimento (con riforma della giustizia sullo sfondo)
IL PLENUM DEL CSM APPROVA LA TUTELA PER IL MAGISTRATO CHE HA ATTACCATO NORDIO
Alla fine il plenum del Csm convocato oggi in urgenza ha approvato la “tutela” per il magistrato Raffaele Piccirillo, dopo le critiche degli scorsi giorni dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio per averlo attaccato all’interno di una intervista a “La Repubblica” sul caso Almasri. Dopo l’”Aventino” applicato ieri dai laici nominati dal Centrodestra in Consiglio Superiore di Magistratura, la mediazione del vicepresidente Csm Fabio Pinelli (Lega) ha ottenuto un nuovo plenum odierno dove quantomeno scongiurare il pericolo impellente di uno scioglimento.
Con 5 voti contrari (i “laici” Eccher, Giuffrè, Bianchini, Betolini, Aimi) e 1 astenuta (la togata Nicotra) passa a maggioranza relativa la pratica a tutela del sostituto procuratore della Cassazione Piccirillo, scongiurando la mancanza del numero legale avvenuto ieri con estremo rischio di “esplosione” dell’intero Csm: secondo i magistrati, sarebbero gravi le affermazioni del Ministro Nordio che ha parlato di violazione dell’ordinamento giudiziario nell’aver criticato e citato elementi di un’indagine ancora aperta come il caso Almasri (dove il Guardasigilli, assieme alla Premier Meloni e altri Ministri, sono indagati dalla Procura di Roma, e dove si attende la decisione del Tribunale dei Ministri per archiviazione o rinvio a giudizio).

Nella nota approvata con la pratica di tutela per Piccirillo, i magistrati del Csm che hanno votato contro i laici di Centrodestra hanno sottolineato che il Ministro Nordio dovrebbe essere richiamato per «il pieno rispetto dei principi di indipendenza e autonomia». Nella recente conferenza stampa post CdM del 22 luglio 2025, il Ministro della Giustizia ha commentato le parole molto aspre del magistrato Piccirillo in merito ai presunti errori del Guardasigilli e del Governo Meoni sul caso Almasri: sebbene Nordio abbia sottolineato essere di pessimo gusto l’iniziare lui una azione disciplinare contro il giudice, resta il dato che nell’ordinamento giuridico italiano un magistrato in servizio non dovrebbe «pronunciarsi su un processo in corso».
DA DOVE NASCE LO SCONTRO TRA I MAGISTRATI IN CSM: IL CASO ALMASRI E LE CRITICHE DI NORDIO
Nasce dunque da queste parole di tre giorni fa del Ministro Nordio l’immediata e repentina “levata di scudi” del Csm che nella riunione di ieri ha accelerato l’iter per presentare la tutela su Piccirillo (giudice già capo di gabinetto dell’ex Ministro M5s Bonafede ed esponente di spicco della corrente “Area”) “contro” le presunte “intemerate” del Ministro Nordio.

Molto vicino agli ambienti del M5s (stando alle fonti del “Fatto Quotidiano” sarebbe cognato del deputato 5Stelle ed ex Procuratore antimafia Cafiero de Raho), Piccirillo è stato subito difeso dall’area più orientata al Centrosinistra, sollevando la forte critica dei laici e di una sola togata interna al Csm: il tema è l’accelerazione di una pratica di tutela seguita a poche e brevi dichiarazioni del Ministro della Giustizia. «Non si trovano precedenti sulla velocità dell’iter sulla pratica di tutela», lamentano i membri del Consiglio Superiore di Magistratura che ieri hanno minacciato lo scontro politico, causando il rischio di uno scioglimento complessivo dell’organo di autocontrollo della magistratura.
Il sospetto ulteriore dei “ribelli” sulla tutela è che il voto su Piccirillo sia un pretesto per riportare lo sconto tra magistrati e Nordio dopo l’approvazione della riforma della giustizia con la separazione delle carriere (via libera dal Senato, restano due ulteriori step prima del probabile referendum costituzionale, ndr): le esternazioni di Nordio, raccontano ancora i giudici non firmatari della pratica di tutela, sono normali valutazioni personali nell’ambito di «un legittimo dibattito politico».
LA MEDIAZIONE DI PINELLI PER SCONGIURARE LO SCIOGLIMENTO DEL CONSIGLIO E IL CAOS SULLA RIFORMA NORDIO
Con l’occhio vigile del Quirinale che, va ricordato, ha nel Presidente della Repubblica Mattarella il presidente in carica del Csm, è il ruolo importante del vicepresidente Pinelli ad essere stato prezioso per evitare la spaccatura imminente nel Consiglio. È riuscito a mediare tra le istanze dei membri laici e degli altri magistrati che invece volevano proseguire nella critica al Ministro Nordio: con modi anche risoluti, e dopo aver già negli scorsi giorni difeso le esternazioni di altri giudici del Csm come «legittime opinioni», è riuscito a riconvocare il plenum del Consiglio per la mattina di oggi superando l’impasse e facendo votare con numero legale la “pratica” della discordia.

Come sottoscrive la legge in Italia, in caso di impossibilità a funzionare il Csm andrebbe sciolto definitivamente con nuove elezioni da indire: con però una riforma della giustizia che prevede l’istituzione di un doppio Consiglio Superiore della Magistratura (uno per i pm e l’altro per i giudici requirenti), un nuovo voto sul Csm con mandato da 4 anni avrebbe significato la messa a rischio dell’intera riforma approvata dal Ministro Nordio e l’anno prossimo da sottoporre al voto referendario.
Proprio facendo leva su questo punto Pinelli è riuscito a convincere i membri laici del Csm a presentarsi in aula oggi per la votazione durante il plenum, nonostante il via libera alla pratica di tutela per Piccirillo. Resta lo scontro sempre più ingente tra toghe e Ministero, a cui fa seguito il già perdurante attacco quotidiano dell’Associazione Nazionale Magistrati contro l’operato dell’esecutivo.
