MEZZO GOVERNO INDAGATO PER IL CASO ALMASRI: IL “TERREMOTO POLITICO” NEL VIDEO DEL PREMIER GIORGIA MELONI
«Non sono ricattabile»: così la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni annuncia in un video social di avere ricevuto un avviso di garanzia, assieme ai due Ministri Nordio e Piantedosi, oltre al sottosegretario Mantovano, per la vicenda complicata del caso Almasri, il comandante libico arrestato e poi espulso la scorsa settimana. Alla vigilia delle udienze previste in Parlamento dei titolari di Giustizia e Interni, un autentico “terremoto” piomba sul Governo Meloni con le indagini a ben 4 esponenti di spicco dell’esecutivo targato Centrodestra: «ho ricevuto un avviso di garanzia per i reati di peculato e favoreggiamento», legato al caso del rimpatrio del generale libico Almasri. La Premier Meloni, assieme ai Ministri Piantedosi e Nordio – così come il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano – si ritrovano ora indagati per la gestione dell’arresto e dell’espulsione di un elemento giudicato ricercato dalla Corte Penale Internazionale.
Al di là dell’annuncio inedito, Meloni non è certo “lieve” nelle dichiarazioni lasciate nel comunicato video diffuso dai canali social di Palazzo Chigi: in primo luogo cita il procuratore capo di Roma, Francesco Lo Voi, che ha formalmente siglato l’avviso di garanzia e che risulta essere anche il giudice ha mandato a processo (concluso in assoluzione) il vicepremier Matteo Salvini. Ma lo scontro con la magistratura non si ferma sul confronto-scontro con Lo Voi, la Premier nel video in cui denuncia l’esser stata indagata per non aver commesso nulla: Giorgia Meloni svela che la denuncia alla procura della Repubblica è giunta da tal Luigi Ligotti, ex politico di centrosinistra considerato «molto vicino a Romano Prodi», come se ci fosse una sospetta “manina” dietro la denuncia. Non solo, l’avvocato che avrebbe fatto scattare l’indagine contro mezzo Governo Meloni è conosciuto nella sua carriera per aver difeso anche «Brusca, Buscetta e altri mafiosi», attacca duramente la leader FdI.
Vale oggi quello che valeva ieri: non sono ricattabile e non mi faccio intimidire. Avanti a testa alta! pic.twitter.com/Urg0QOis9V
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) January 28, 2025
ALMASRI, LIBIA , MIGRANTI E GEOPOLITICA: COSA STA SUCCEDENDO CONTRO IL GOVERNO MELONI
Nel video che è destinato a cambiare l’agenda politica delle prossime settimane – con i prevedibili attacchi dalle opposizioni e le difese dalla maggioranza – la Premier Giorgia Meloni prova a ricostruire nei dettagli il caso Almasri, prima che Piantedosi e Nordio domani in Parlamento rispondano a tutte le domande già preparate dai parlamentari che avevano richiesto l’intervento istituzionale dei due Ministri competenti. La Corte dell’Aja CPI dopo mesi di riflessione e interlocuzioni decide di emettere un mandato di arresto internazionale nel momento in cui un comandante militare, accusato di torture contro i migranti nei centri della Libia, si trovava in Italia al termine di un lungo viaggio in almeno 3 Paesi Ue. È curioso, spiega provocatoriamente Meloni, che tale mandato sia arrivato proprio mentre si trovava in Italia Almasri: a quel punto, la Corte CPI manda sì la richiesta ma non la trasmette al Ministero della Giustizia, dove invece è competenza specifica secondo la legge italiana.
L’inghippo e il disguido nasce dunque da questo passaggio: Nordio viene informato in ritardo e così la Corte d’Appello di Roma è costretta a non procedere con la convalida dell’arresto. Come sottolinea ancora Giorgia Meloni, Almasri si ritrova libero sul territorio italiano e la decisione del Viminale è quella di espellerlo immediatamente, «per ragioni di sicurezza con un volo apposito come accade in altri casi analoghi». Questi i motivi per cui ora da Meloni a Nordio, da Piantedosi al Viminale fino a Mantovano si ritrovano tutti indagati per due reati, con il caso politico che inevitabilmente avrà ripercussioni future e immediate: nella chiosa del video, Meloni ribadisce di non essere ricattabile lei come tutto il Governo, ma proprio per questo «sono invisa a chi non vuole che l’Italia cambi e diventi migliore». Immediata la solidarietà del resto del Governo, a partire dal vicepremier Matteo Salvini che proprio contro Lo Voi si era già “scontrato” nel processo per sequestro di persona: «Vergogna, vergogna, vergogna. Lo stesso procuratore che mi accusò a Palermo ora ci riprova a Roma con il governo di centrodestra». Secondo il leader della Lega dopo queste novità importanti sul caso Almasri, la riforma della giustizia è ancora più urgente. Dopo il video della Premier Meloni è in primis l’avvocato Ligotti che all’ANSA conferma quanto sottolineato dalla Presidente del Consiglio, spiegando di aver presentato denuncia per l’iscrizione nel registro degli indagati di 4 membri del Governo «come atto dovuto».