“Quando sarò innalzato attirerò tutti a me”, aveva detto di se stesso Cristo ad un certo punto della sua vita pubblica.
Ed ecco che Masaccio, in questa Crocifissione di Napoli, fissa nell’arte la verità altamente drammatica di tale profezia.
La dilagante luminosità che l’oro accende nel dipinto sembra anticipare, sia pure misteriosamente, quella definitiva del Paradiso già in qualche modo presagita nel paradosso della Croce.
Un arco ogivale – come “inciso” sullo sfondo – ospita il perfetto equilibrio scenico delle figure protagoniste.
È percepibile nella tavola uno scarto, quasi una sorta di vertiginosa sproporzione tra Cristo e la creatura, tra Dio e l’uomo: Masaccio ottiene la forza persuasiva di tale effetto collocando all’interno stesso dell’opera il punto di vista e facendolo coincidere con l’atteggiamento implorante della Maddalena ai piedi della croce. Solo da lì, da quella posizione, pare che l’abisso possa in qualche modo colmarsi esplodendo nel grido di quella donna, grido riconosciuto come forma e struttura stessa dell’essere.
La ieratica compostezza di Gesù mentre consuma il supremo sacrificio sembra allora assorbire, nella calda onda del suo abbraccio, le lunghe braccia della donna anch’esse distese, protese verso l’umanità del Figlio, interamente consegnata al Padre. È proprio nel cuneo ardente di quelle braccia, immaginativamente prolungabili all’infinito, che si innesta il legno della croce in parte celato dalla fragile imponenza del corpo di Gesù che con quel legno è ormai “impastato”.
A completare il perfetto equilibrio della composizione, quasi sbalzate nell’oro fuso dello sfondo, si stagliano le due figure laterali di Maria e di Giovanni.
Alla certezza solida e confidente della Madonna, resa ancor più tenace dalla materna caparbietà dell’atteggiamento di supplica, si affianca – sulla destra – la sagoma più esile ed accorata di Giovanni dal cui sguardo smarrito trapela il dolore lacerante, eppur umilmente aderito, di quello strappo.
A saldare in un unico afflato Maria e Giovanni è ancora una volta la presenza dirompente della Maddalena: il coraggio cromatico e l’arditezza della postura con cui Masaccio la ritrae in primo piano e di spalle, sembrano suggerire che solo dalla coscienza riconosciuta del proprio limite può finalmente scaturire l’umanità redenta di quel popolo che è la Chiesa.