Tutto si è mosso in movimento. La Russia ha reso manifesta l’intenzione di mutare i confini marittimi nel Mar Baltico tra Lituania e Finlandia con il pretesto di una querelle storiografica sulle carte nautiche, così da creare un clima di tensione psicologica che indebolisca la capacità di manovra coordinata delle nazioni aderenti alla Nato e rafforzarsi nei confronti delle forze in campo in Ucraina gettando scompiglio nelle file avversarie. Ma il gioco della deterrenza ha avuto l’effetto controintuitivo di provocare non un’azione coordinata degli avversari, ma un approfondimento delle loro differenze.
L’unica altra nazione con una cultura imperiale che continua ad aspirare al dominio europeo sino a un prolungamento indo-pacifico ha risposto in forma non prevista da nessuno degli osservatori: la Francia, dinanzi a questa provocazione, che segue quella degli schieramenti nucleari tattici russi, ha armato un caccia Rafale da combattimento con un missile nucleare privo di testata e ne ha misurato le tattiche di lancio colpendo un bersaglio sul territorio francese. Mentre la Finlandia e la Lituania hanno reso manifesta una sovrana calma dinanzi al gioco di deterrenza russa, la Francia ha invece scelto la manifestazione drammatica di potenza. Senza una sorta di coordinamento con gli alleati Nato e con i probabili futuri componenti di quel futuro esercito europeo ha scatenato di già la lotta per il comando del medesimo.
In effetti, l’esercito europeo nascerebbe senza una potenza dominante, com’è invece il caso degli Usa per quel che riguarda la Nato. Ciò che conta per i francesi – e questa volta come per gli Usa nella Nato – è abbassare il grado di potenza della Germania e guadagnare insieme terreno sul campo politico interno: dinanzi a una Le Pen che sembra marciare sempre più sicura verso la presidenza della Repubblica, scaturisce la necessità di riproporre un neo-gollismo all’ennesima potenza che tenga a bada l’avversario.
Le prossime elezioni europee acquistano allora in questo contesto un significato molto meno consueto e di conta delle forze dei partiti su scala nazionale. La partita si fa dura e la guerra inizia sempre più a divenire un problema politico-elettorale.
Ancora un’altra rassomiglianza con i tempi precedenti la Grande Guerra, ossia la Prima guerra mondiale.
Iniziate a pregare.
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