Dazi Usa, analisi di Antonio Patuelli (ABI) e la sua ricetta per mitigare impatto: "Abbassare tasse sulle imprese, Ires premiale e nuovi sbocchi per export"
Antonio Patuelli auspica un Fisco più semplice e mercati alternativi per affrontare l’impatto dei dazi USA. La richiesta del presidente dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI) è espressa attraverso le colonne del Sole 24 Ore, in un editoriale in cui riflette non solo sulla complessità dell’accordo tra USA e UE, ma anche sulle sue conseguenze.
Pur non essendo a conoscenza dei dettagli completi dell’intesa — con le trattative ancora in corso, soprattutto per settori rilevanti — Patuelli osserva che tale accordo avrà effetti anche su banche e imprese. Infatti, le banche potranno valutare l’intesa in base all’entità dei danni che le imprese esportatrici subiranno a causa dei dazi USA.

Ad esempio, se i settori industriali dovessero subire perdite, anche le banche ne risentirebbero, essendo coinvolte nei finanziamenti. «Più esse potranno subire problemi e danni dai nuovi dazi, più le banche ne subiranno le conseguenze in modo rilevante».
DAZI, IL REBUS IMPATTO
I Paesi europei e i settori economici coinvolti chiederanno aiuti o compensazioni, ma Patuelli fa notare che questi interventi avrebbero un costo elevato e graverebbero sui bilanci nazionali o su quello dell’UE, senza dimenticare le rigide norme europee in materia di concorrenza interna.
Alla luce di tutto ciò, il presidente dell’ABI ritiene che l’UE debba rivedere le proprie politiche, aggiornando in particolare alcune delle sue regole, come i vincoli di bilancio degli Stati membri e il bilancio comunitario, non più adeguato alle nuove esigenze economiche legate ai dazi.
Un altro aspetto da non trascurare, secondo il numero uno dell’associazione bancaria nazionale, è l’effetto del cambio euro-dollaro. Infatti, oltre ai dazi, le esportazioni verso gli Stati Uniti risultano penalizzate anche dal calo del valore del dollaro rispetto all’euro, che rende i prodotti europei più costosi per i consumatori americani. Si tratta di un ulteriore fattore penalizzante per l’export europeo.
C’è poi la questione del processo decisionale lento e complesso in Europa: l’accordo non sarà immediatamente applicabile dopo la sua ufficializzazione, poiché dovrà essere approvato dal Parlamento europeo, dalla Commissione UE, dal Consiglio dei ministri competenti e dai capi di Stato e di governo.
LA RICETTA DI PATUELLI
Nonostante tutto, Patuelli avanza alcune proposte per evitare che la competitività venga compromessa: è necessario ridurre la pressione fiscale sulle imprese, promuovere la capitalizzazione e introdurre incentivi fiscali, come un’Ires premiale e sconti per le imprese virtuose. Ma soprattutto servono nuovi sbocchi per l’export.
La visione del presidente dell’ABI non è tuttavia pessimistica. Egli cita infatti uno dei padri fondatori dell’Europa, Jean Monnet, per ricordare che l’Unione cresce attraverso le crisi, perché queste la costringono a evolversi e a rafforzarsi mediante soluzioni concrete e condivise.
