Europa e Stati Uniti potrebbero aver trovato una quadra sui dazi USA: secondo il Financial Times le tariffe statunitensi potrebbero passare al 15%

La diplomazia tra Bruxelles e Washington sembra star facendo il suo positivo corso, al punto che alcune fonti sentite dal Financial Times – e rimaste ovviamente anonime – riferiscono che potrebbe essere vicino un accordo sui dazi USA che verrebbero (leggermente) ridotti fino a una soglia ritenuta accettabile anche dai 27; mentre al contempo in nottata sembra che anche il Giappone sia riuscito a strappare un positivo accordo alla Casa Bianca, sul modello di quello ora in valutazione con l’UE.



Facendo prima di tutto un passo indietro, è utile ricordare che i dazi USA sono per Trump una sorta di leva per ottenere qualsiasi cosa desideri dalle altre potenze mondiali: dopo aver mandato completamente in crisi le borse di tutto il mondo con un annuncio fatto già diversi mesi fa, il tycoon alla fine nelle scorse settimane ha inviato – al termine di una trattativa che era stata ritenuta positiva – una lettera alla Commissione UE in cui informava che dal primo agosto entreranno in vigore dazi del 30%.



Dal conto suo, la Commissione UE – stranamente – non è rimasta a guardare e si è subito attivata per trovare, da un lato, una vita negoziale sui dazi USA e, dall’altro, delle possibile misure ritorsive; mentre dal conto suo Trump già nella lettera aveva avvisato di evitare ritorsioni per non dare il via a una guerra commerciale e in mattinata è tornato sul punto precisando – in un post condiviso su Truth – che avrebbe abbassato i dazi USA ai soli paesi che avrebbero accettato di “aprire il loro mercato”, minacciando al contempo di alzarli a chiunque avrebbe opposto resistenza.



Dazi USA, Washington e Bruxelles verso un accordo: si parla di una tariffa del 15% con alcune merci esentate

Alla fine – secondo l’indiscrezione lanciata in questi minuti dal Financial Times -, sembra che si sia trovato un mezzo accordo sui dazi USA: secondo le fonti del quotidiano economico, infatti, l’idea sarebbe quella di abbassare la tariffa unitaria al 15%, escludendo – da entrambe le parti – dall’equazione alcune merci come le automobili, i prodotto farmaceutici e gli alcolici; mentre per ora è bene precisare che non ci sono ancora conferme ufficiali in merito.

Ursula Von der Leyen, Presidente UE all’Europarlamento per la mozione di sfiducia (ANSA-EPA 2025)

La partita sui dazi USA, insomma, resta aperta perché se da un lato l’accordo al 15% dovrebbe trovare innanzitutto il parere positivo di Trump (e dei suoi sbalzi d’umore), dall’altro dovrà essere accolto positivamente anche da tutti e 27 i paesi membri: un argomento piuttosto spinoso perché se l’Italia e alcuni paesi dell’Est si sono dimostrati piuttosto aperti alle richieste di Trump; lo stesso non vale per realtà come la Francia che proprio oggi ha votato a favore dell’attivazione immediata dello strumento anti-coercizione.

Resta fermo – comunque – che mentre la diplomazia lavora sui dazi USA, Bruxelles sta anche cercando di definire l’eventuale linea d’azione nel caso in cui  le trattative non dovessero dare i loro frutti entro il primo agosto: attualmente sembra che sia stata formalizzata la lista di beni che sarebbero colpiti da dazi aggiunti con un controvalore di 93 miliardi di euro; mentre sembra anche che stia iniziando a circolare il documento operativo per l’attuazione dello strumento anti-coercizione.