DECRETO CLIMA/ Non basta la “pedalata assistita” a farci più green

- Franco Oppedisano

Il Consiglio dei ministri ha varato il decreto clima, che contiene misure che non sembrano poter rivelarsi utili e appetibili

Costa Sergio Lapresse1280 640x300 Sergio Costa (Lapresse)

Caro direttore,
il mondo è salvo, il riscaldamento globale scongiurato e le nefande automobili che si ostinano ad andare con i carburanti fossili sono ormai sulla via del tramonto. Si fa per dire. Mentre in Danimarca la sparano grossa proponendo all’Ue di bloccare la vendita (tanto loro non ne hanno mai prodotta mezza) delle auto a motore termico entro il 2030, anche se si accontenterebbero del 2040, in Italia la montagna del Consiglio dei ministri ha prodotto un topolino piccolissima che non piace proprio a nessuno. Una mini-rottamazione per i vecchi modelli che circolano sulle strade, ma solo nelle città che sono sotto procedura d’infrazione da parte dell’Ue per aver superato i limiti di inquinamento stabiliti in Europa. In cambio il cittadino riceverà la bellezza di 1.500 euro se ha una vecchia auto e 500 se ha una vecchia moto.

Non ci sarà la fila, anche perché il termine “riceverà” non prevede contanti, ma la possibilità di acquistare uno o più abbonamenti ai mezzi pubblici e, qui sta la novità eclatante, una bella bicicletta a pedalata assistita. Dareste una vostra auto per una bicicletta? Al ministero scommettono di sì. Per loro è un’occasionissima da non lasciarsi scappare per gli automobilisti e i biker nostrani, residenti solo in alcune città, naturalmente, che scommettiamo andrà perduta.

Sappiamo la profonda conoscenza del nuovo/vecchio ministro dell’ambiente Sergio Costa, che qualche settimana fa ha ricevuto in regalo (per il ministero, ça va sans dire) dai vertici di una casa giapponese due auto che superano ampiamente i limiti da lui stesso stabiliti per ottenere l’ecobonus e ha detto pomposamente: “Incentivare la mobilità sostenibile significa avere a cuore la qualità dell’aria delle nostre città, la nostra salute e l’ambiente in cui viviamo. A tal fine è importante rafforzare i rapporti tra il ministero e le aziende per incrementare sempre di più i mezzi di locomozione a basso impatto ambientale”. Belle parole senza alcun senso. Che vuol dire stabilire dei limiti se poi vanno bene anche le automobili che li superano?

Sulle capacità del ministro non abbiamo dubbi, ma vorremmo conoscere anche chi gli suggerisce misure come quelle approvate. I suoi consulenti, probabilmente ben pagati, fanno il solito gran mischione tra inquinanti e climalteranti, cercando di fare quello che possono.

Immaginiamo la scena attorno al tavolo del ministero dell’Ambiente, un brainstorming al vertice che comincia così: “Ministro, bisogna ridurre l’inquinamento nelle grandi città altrimenti rischiamo una multa europea” dice un consulente.

“E che facciamo allora?” risponde Costa.

Il consulente sicuro: “Bisogna eliminare le vecchie auto, quelle che inquinano di più”.

Il ministro informato: “E le fabbriche, gli impianti chimici il riscaldamento domestico, la logistica ecc. ecc.”?

Il consulente pratico: “Quelle non possiamo toccarle e poi non serve alla nostra immagine perché non ne parla nessuno”.

Il ministro economo: “Ammesso di avere i soldi, non posso mica far partire una rottamazione classica”.

Il consulente stupito: “E perché no? Aumenta il Pil, aumentano le entrate fiscali e, se siamo fortunati, anche il lavoro per le fabbriche in Italia e quindi i posti di lavoro”.

Il ministro previdente: “Se do dei soldi per comprare delle auto nuove, mi sbranano. Ho un’idea: diamoli solo a chi acquista un’auto elettrica”.

Il consulente preparato: “Lo abbiamo già fatto lo scorso anno e non è servito a una ceppa”.

Il ministro stizzito: “E allora trovate qualcosa di green da dare in cambio delle vecchie auto. Che ne so, una gita al Polo per salvare gli orsi polari”.

Il consulente pigro: “Mi pare un po’ troppo impegnativo”.

Il ministro decisionista: “E allora un abbonamento ai mezzi pubblici, a un car sharing, un cavallo, una bicicletta, un risciò, dei pattini…”.

Il consulente previdente: “Il cavallo sarebbe un problema in città”.

Il ministro sicuro: “Ma l’abbonamento e la bicicletta possono funzionare, vero?”

Il consulente onesto: “Sarà difficile, il gioco non vale la candela”.

Il ministro cerchiobottista: “Noi ci proviamo lo stesso e poi, al limite risparmiamo i soldi e facciamo comunque una bella figura green”.

Il consulente impreparato: “E l’ambiente, l’inquinamento, gli orsi polari?”

Il ministro stremato: “Faccio quello che posso, non posso risolvere tutto io. Ci penserà Greta”.





© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ultime notizie di Motori

Ultime notizie