Il decreto fiscale del 2025 porta con sé numerose novità. Attualmente gli emendamenti sono nel mirino e sotto valutazione.

Il decreto fiscale da approvare nel 2025 è sotto esame. Durante l’iter al Parlamento sono state avviate delle proposte, e intanto la Camera dei Deputati ha espresso consensi e dissensi, rispettivamente pari a 147, 87 voti in “sì”, 5 che si sarebbero “astenuti” e anche “opposti”.



Attualmente sarebbero stati confermati gli emendamenti in merito ai rimborsi sui costi di trasferta e in riferimento alla scadenza per la delibera IMU a carico dei Comuni italiani. Il resto del testo prevede potenziali approvazioni sui nuovi modi per far avviare delle indagini al fisco (con limiti sul blitz delle Fiamme Gialle) e sul nuovo ravvedimento speciale.



Cosa contiene il nuovo decreto fiscale del 2025?

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La prima soluzione prevista da attuare nel decreto fiscale in attesa di esser confermato nel 2025 è il ravvedimento speciale per aziende, liberi professionisti e autonomi. Per loro – a patto di aver aderito al CPB – è possibile beneficiare di vantaggi fiscali importanti, regolarizzando ad esempio i debiti accumulati negli anni che vanno dal 2019 al 2023.

Chi ha già accettato il concordato preventivo biennale in precedenza, ha la possibilità di poter regolarizzare i conti già per l’annualità 2023. A parte il 30% di sconto applicabile per tutti e soltanto per l’anno della pandemia da Coronavirus, nel resto dei casi contano i voti emersi dagli ISA.



Un emendamento che potrebbe limitare i blitz del corpo della Guardia di Finanza è la possibile regolamentazione sul chiarire e motivare in modo specifico gli accessi nei locali commerciali, ai fini di una ispezione e di accertamenti fiscali.

Acconti rinviati

All’interno del Decreto si legge che i contribuenti in regime forfettario e gli ISA possono rinviare il pagamento dell’acconto di quest’anno e il saldo dello scorso, fino al 20 agosto (pur con un incremento rispetto al totale, che è pari allo 0,40%).

Non mancano sull’argomento gli scontri politici, da un lato il relatore dell’emendamento e capogruppo in Forza Italia, Vito De Palma, che crede che si tratti di una piena dimostrazione che quando vuole il fisco sa essere “amico”, e dall’altro il deputato del Partito Democratico, Claudio Stefanazzi, che invece crede che questo decreto fiscale possa premiare i “furbi” e gli “evasori”.