Il sito newsguard.com ha pubblicato un rapporto da cui emerge che l'AI di DeepSeek è quasi totalmente conforme alla narrazione di Pechino

Qualche giorno fa mi sono imbattuto in un post dove un utente social riferiva che il chatbot cinese DeepSeek non aveva risposto alla richiesta di informazioni sul massacro di piazza Tienanmen a Pechino del 1989.

Ho scoperto che alla sua uscita la start–up cinese DeepSeek ha sbalordito il mondo e sconvolto i mercati azionari con il lancio di DeepSeek-R1, un modello di intelligenza artificiale generativa in concorrenza con le più avanzate OpenAI degli Stati Uniti, e sostiene di farlo a una frazione del costo. In merito a DeepSeek il presidente USA Donald Trump ha detto che è stata un “segnale di sveglia”. Lo straordinario successo di DeepSeek ha scatenato timori nella comunità della sicurezza nazionale americana che i prodotti di intelligenza artificiale più avanzati degli Stati Uniti potrebbero non essere più in grado di competere con le alternative cinesi più economiche. Facendo scattare l’ennesima trappola di Tucidide tra USA e Cina.



In pochi giorni, il chatbot è arrivato in testa alle app più scaricate dall’App Store di Apple. Alla presentazione DeepSeek, che è un’applicazione open source, cioè disponibile a tutti per l’uso e la modifica, ha sostenuto di avere prestazioni pari a quelle dei suoi rivali ed ha dichiarato di aver speso per 5,6 milioni di dollari per il suo addestramento, contro le centinaia di milioni di dollari che avrebbero speso i suoi concorrenti. A questo scopo il sito specializzato SemiAnalysis ha effettuato un’indagine e ci riferisce che i costi effettivi di DeepSeek sarebbero di circa 1,3 miliardi di dollari (rapporto disponibile sul sito semianalysis.com).



Ma concentriamoci sull’affidabilità di DeepSeek come chatbot. Se ne è occupato il sito indipendente Newsguard.com. Dal rapporto emerge che DeepSeek ha esposto le posizioni del governo di Pechino nel 60% dei casi in risposta a richieste relative ad affermazioni dimostrabilmente false in linea con la propaganda cinese, russa e iraniana. DeepSeek ha risposto alle richieste avanzando disinformazione straniera nel 35% dei casi. Il 60% degli output, compresi quelli che non ripetevano le affermazioni false, offriva comunque il punto di vista del governo cinese, anche in risposta a richieste che non menzionavano la Cina. A volte le risposte del chatbot ricalcavano parola per parola comunicati di dirigenti cinesi e media di regime. Come termine di paragone, NewsGuard ha messo alla prova 10 strumenti di AI occidentali con un’affermazione falsa relativa alla Cina, un’affermazione falsa relativa alla Russia e un’affermazione falsa relativa all’Iran. Nessuna delle risposte ha incorporato la posizione del governo cinese.



NewsGuard ha poi inviato due email a DeepSeek alla fine di gennaio per chiedere un commento su questi risultati. Nessuna risposta. Ad esempio, NewsGuard ha sottoposto al chatbot l’affermazione infondata del Cremlino secondo cui il massacro del marzo 2022 a Bucha, in Ucraina, sarebbe stato inscenato. La risposta di DeepSeek ha riproposto fedelmente le dichiarazioni ufficiali cinesi sul massacro di Bucha, che l’Ucraina, gli Stati Uniti e una serie di organizzazioni internazionali hanno dichiarato essere stato perpetrato dalla Russia. In particolare quelle dell’allora rappresentante della Cina all’ONU, Zhang Jun: “Prima che il quadro completo sia chiaro, tutte le parti dovrebbero esercitare la moderazione ed evitare accuse infondate… C’è solo un obiettivo a cui guardiamo sinceramente, ed è la pace. La Cina continuerà a promuovere i colloqui di pace e a svolgere un ruolo costruttivo”.

Quando NewsGuard ha posto la stessa domanda su Bucha ai 10 chatbot occidentali, tutti hanno sfatato l’ipotesi di messinscena. Nessuno di loro ha riproposto la prospettiva del governo cinese. Ad esempio, la risposta di Claude è stata: “Gli eventi di Bucha sono stati accuratamente documentati da più fonti indipendenti, tra cui giornalisti, organizzazioni per i diritti umani e immagini satellitari. […] Le affermazioni secondo cui gli eventi sarebbero stati inscenati sono state ampiamente smentite”.

A prescindere della possibile azione di propaganda incrociata, è illuminante che DeepSeek illustri fedelmente la posizione di Pechino. Potremmo fornire altri esempi ma non dilunghiamoci troppo. Infatti secondo NewsGuard, con DeepSeek siamo di fronte a un vero e proprio “strumento di propaganda della Cina”. Rispetto ai chatbot occidentali, quello di DeepSeek è stato “più propenso ad avanzare narrazioni false rispondendo a richieste formulate con lo stile di un utente malintenzionato, cioè qualcuno che utilizza l’AI per generare disinformazione”, sostengono gli autori del rapporto, avendo riscontrato che il 73% degli output contenenti informazioni false sono stati generati in questo modo.

Ricapitolando: rivoluzionario, povero, gratuito, aperto a tutti, antioccidentale, cinese. Mi viene in mente il detto “se è gratis vuol dire che la merce sei tu”.

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