Tra i tanti misteri che contraddistinguono il covid-19 e come e quanto il coronavirus ha sconvolto la vita del mondo, c’è un altro dubbio che sta serpeggiando tra i medici e gli operatori sanitari che stanno combattendo questa emergenza planetaria. Il coronavirus può attaccare il cervello oltre ad altri organi? E perché le persone sottoposte a ventilazione polmonare, dopo l’intubazione, si dimostrano confuse e vivono un delirio che può durare diversi giorni? Le testimonianze negli ultimi giorni si stanno moltiplicando mano a mano che i sopravvissuti aumentano. Un buon numero di persone tra coloro che sono riuscite a sconfiggere covid-19 grazie all’ausilio di un respiratore, si è reso però protagonista di comportamenti inquietanti. In America un infermiere 41enne, Jesse Vanderhoof, si è resto protagonista di strani comportamenti dopo il suo risveglio: secondo quanto raccontato dalla moglie Emily, ha cercato continuamente di strapparsi la flebo dal braccio ed ha contattato Uber chiedendo di farsi portare a casa, a tre ore di distanza dall’ospedale, anche se era ancora debolissimo riusciva a malapena ad alzarsi. E ha delirato per giorni e giorni parlando di dover fare un viaggio in macchina, ossessionato dall’idea di cercare di noleggiare una Ford Bronco ormai fuori produzione per tornare a casa.
TESTIMONIANZE DA UN ALTRO MONDO
Il delirio è abbastanza comune tra i pazienti in terapia intensiva anche in tempi normali. Ma la pandemia di coronavirus è come una “fabbrica del delirio“, come affermato dal dottor Wes Ely, professore di medicina al Vanderbilt University Medical Center e specializzato in delirio in terapia intensiva. Il delirio può essere causato da infezioni o infiammazioni, ed è particolarmente comune tra i pazienti in terapia intensiva che vengono sedati e sottoposti a un ventilatore meccanico per lunghi periodi di tempo. I pazienti che soffrono di delirio spesso hanno allucinazioni o sogni vividi che a volte li portano ad agire in modo irrazionale. Possono staccare la flebo o il respiratore credendo che gli faccia male, oppure possono diventare aggressivi e attaccare gli infermieri. Missy Testerman, 49 anni, insegnante di seconda elementare di Rogersville, nel Tennessee, ha detto che il suo dolce e gentile padre ha sviluppato un tremendo delirio quando è stato intubato nel 2018, poco prima di morire di leucemia. Divenne aggressivo e paranoico e le sue braccia dovettero essere immobilizzate al letto per impedirgli di aggredire le infermiere. “Ha immaginato scenari folli, come il fatto che le infermiere cercassero di dominare il mondo, che noi cercassimo di rubargli i soldi, o che lui fosse l’unico in grado di proteggere il mondo dal male“. Lo stesso Vanderhoof ha raccontato di aver assistito alla sua morte e al suo funerale. “Giuro ancora oggi di aver visto più volte il mio funerale. È così realistico e spaventoso da vedere. È il tuo cervello che sa di essere nei guai e di essere vicino alla morte“.
PERCHE’ COVID-19 SI ASSOCIA AL DELIRIO?
Ma perché il covid-19 sembra moltiplicare questa sindrome? L’impatto del coronavirus sul cervello non è ancora chiaro, ma la dottoressa Sharon Inouye, direttrice del Centro Cervellerie per l’invecchiamento e esperta di delirio, sostiene che il covid-19 è strettamente collegato a comportamenti di questo tipo. In alcuni casi il virus può causare un’infiammazione cerebrale che contribuisce al delirio, ha affermato la dottoressa Inouye. In un campione di di 214 pazienti di Covid-19 a Wuhan, Cina, i sintomi neurologici sono stati rilevati nel 36% dei pazienti, secondo una ricerca pubblicata su JAMA Neurology la scorsa settimana. Inoltre, il trattamento del coronavirus richiede periodi più lunghi di sedazione e l’uso del ventilatore. In tempi normali, gli operatori sanitari spesso svegliano questi pazienti per testare la loro attenzione e la loro respirazione e cercano di svezzarli dal ventilatore, il che può diminuire la probabilità di delirio. Ma durante la pandemia, gli operatori sanitari hanno molto meno tempo da dedicare ai singoli pazienti. Inoltre, un modo per aiutare a prevenire il delirio è avere la famiglia al proprio fianco. Possono tenere la mano del paziente o parlare con lui, il che può aiutare a orientarlo, anche se appare incosciente su un respiratore. Ma ora gli ospedali tengono i pazienti isolati e lontani dalla famiglia per contenere la diffusione del coronavirus. La speranza è che mano a mano che si conosce il virus si migliorino anche le tecniche per curarlo e possano affinarsi anche le tecniche per ridurre fenomeni come il delirio nei pazienti che sono stati intubati.