Delitto di Garlasco, Alessandro De Giuseppe (Le Iene) contro generale Luciano Garofano: "Andrebbe rimosso". Su Alberto Stasi e le novità sulle indagini...
DELITTO DI GARLASCO, DE GIUSEPPE SU IGNOTO 3
Alessandro De Giuseppe torna a parlare del delitto di Garlasco per analizzare le nuove evidenze, come il DNA di Ignoto 3, gli errori e le omissioni nella nuova indagine e le nuove piste. Al canale YouTube “Frontedelblog” ha spiegato che il DNA in questione è “cospicuo“, stando alle sue informazioni, e non ha escluso che possa trattarsi di un elemento in grado di cambiare radicalmente le sorti di questo caso.
“Alcuni si sono già affrettati a dire che è una contaminazione. Potrebbe essere così, ma questo non esclude il fatto che potrebbe esserci un profilo ben identificabile“. A tal riguardo, è convinto che la Procura di Pavia “abbia cose che non ha ancora pubblicato, perché c’è un lavoro che è stato eseguito con grande professionalità e grande attenzione“.
De Giuseppe ha spiegato che sono stati messi nel mirino “personaggi già attenzionati“, per cui “se si arriverà a delle conclusioni o se qualcuno verrà iscritto nel registro degli indagati, sarà incontrovertibile la cosa, le motivazioni saranno granitiche“.
L’ATTACCO A LUCIANO GAROFANO
Ma l’inviato de Le Iene ne ha anche per il generale Luciano Garofano, ex comandante dei RIS, criticato per affermazioni ritenute inappropriate e per il conflitto di interessi, visto che ora è consulente di parte per Andrea Sempio, ma fu a capo della prima indagine.
“Se n’è uscito dicendo che avrebbero cercato del liquido seminale nella bocca della povera Chiara. Non so come si faccia a dire certe cose. È meglio stare zitti piuttosto che uscire con certe, con certe frasi, con certe considerazioni“, ha aggiunto De Giuseppe, definendo Garofano una “figura particolare“.
Ma ha anche aggiunto: “Io lo rimuoverei dall’incarico, però è lì e non solo è lì, si permette anche di andare in televisione a giudicare il lavoro della Procura o a dire cose prima che ci siano delle risultanze“.
LE CRITICHE A CASSESE E ALLA PRIMA INDAGINE
De Giuseppe ha citato anche il colonnello Cassese, accusato di aver impedito approfondimenti che potevano essere cruciali. Il riferimento è al cestino e agli esami dattiloscopici, “che, se fossero stati fatti quando il professor Avato voleva farli, cioè nelle immediate eminenze temporali del delitto, forse avrebbero dato dei responsi. Ma qualcuno glielo ha impedito“.
Per quanto riguarda le critiche all’indagine del 2007, l’inviato de Le Iene ha parlato di gravi errori e omissioni. Infatti, quel tampone orale è rimasto nel frigorifero per 18 anni, senza essere mai analizzato. Inoltre, non fu rilevata la temperatura corporea di Chiara Poggi.
C’è poi il giallo dell’orario della morte, cambiato tre volte. Ha ricordato anche la vicenda del computer di Alberto Stasi, maneggiato in maniera scorretta, con i file temporanei cancellati. Non venne analizzata la pattumiera, nonostante la richiesta del medico legale Avato, e l’impronta insanguinata cancellata.
LE RIVELAZIONI SU ALBERTO STASI
De Giuseppe non ha dubbi riguardo all’estraneità di Alberto Stasi dal delitto di Garlasco, condannato nonostante non ci siano prove certe, ma solo indizi, che erano stati già rigettati nei primi due gradi. “Diciamo che hanno tirato una freccetta sulla schiena di Stasi e poi hanno costruito un bersaglio e hanno continuato a colpire sempre solo quello“.
Ma ora l’opinione pubblica si starebbe ricredendo: “Mi auguro che anche un tribunale possa riabilitarlo e mi auguro che Alberto possa tornarsene a casa sua da uomo libero, ma soprattutto da uomo innocente, perché finalmente Chiara avrà avuto giustizia, se accadrà“.
IL RISARCIMENTO AI POGGI
I due si sono sentiti a inizio mese, in occasione del compleanno di Stasi. “Sta bene e vive con emozione, ovviamente, e con anche della sofferenza questo momento“. Ha anche parlato del risarcimento, rivelando che “ha dato fondo a tutto quello che aveva“. Ad esempio, è stato aiutato dai genitori: “Ha venduto una casa di proprietà a Spotorno e la ferramenta di famiglia“, ma ha anche “acceso un mutuo sulla casa dove vive la mamma e poi ha pagato con il suo lavoro“, pagando col quinto dello stipendio.
“Lui ha sempre detto di essere innocente, però dice che le sentenze possono non essere condivise, ma devono essere rispettate. E quindi lui ha rispettato la sentenza risarcendo la famiglia Poggi“.
Infine, De Giuseppe si è detto convinto che a Garlasco ci siano ancora persone che sappiano qualcosa dell’omicidio di Chiara Poggi, ma non hanno parlato finora per paura o altri motivi. Lo ha fatto Bruscagin, che ritiene credibile: “Non è vero quello che è stato detto da qualcuno, che sarebbero morti tutti quelli che hanno parlato con lui. C’è un generale ancora vivo e vegeto, che è a conoscenza di tutto, il cui nome è attenzionato dai carabinieri“.